Il racconto popolare sotto una lente d'ingrandimento


Due cigni alla conquista di un cuore per sempre.

Il lago dei cigni di Pyotr Ilyich Tchaikovsky - 4

A sinistra cigni maschi in posa aggressiva nel periodo del corteggiamento. Si direbbe che i due stiano litigando per la conquista di un cuore. Un cuore per sempre, considerato che i cigni sono monogami.

La vicenda del balletto

Il principe Siegfried casca nel tranello del mago. Non si accorge della differenza e si infatua di Odile. Costei porta il costume di colore nero, colore che secondo il gusto e la simbologia massonica che imperava nel mondo del teatro, rappresenta l'attrazione sensuale, la passione a prima vista, l'istinto. Anche Monostatos de 'Il flauto magico' di Mozart era un uomo 'nero' e rappresentava il rapporto uomo-donna inteso esclusivamente come attrazione fisica.
Comunque il racconto del balletto ha un epilogo completamente originale, intonandosi al gusto tardo romantico dell'epoca. Siegfried chiede la mano di Odile, convinto che sia Odette, e le giura fedeltà donandole la piuma che aveva raccolto, dopo che Odette, la notte precedente, si era trasformata in cigno. Odile la consegna a Rothbart. Tutti escono, tranne il Principe che intravede Odette, tremante e in lacrime dietro l’ingresso. Il Principe, che ha capito di essere stato ingannato, abbandona precipitosamente il castello per raggiungere la sua amata Odette e implorare il suo perdono. Supplica Odette di perdonarlo, ma purtroppo non c’è speranza. Egli ha rotto il voto e la vita di Odette è perduta. I due fidanzati devono separarsi e lei dà l’addio a Siegfried, affranto dal dolore. Ma il mago non è ancora soddisfatto e scatena una tempesta sulle spiagge del lago. Siegfried si dibatte fra le onde finché le forze gli vengono a mancare. Odette, disposta al sacrificio, si getta nel lago per salvarlo. Il potere del mago è distrutto dal potere del vero amore e il mago muore. L’incantesimo è rotto. Nello stesso istante Odette riprende le sue sembianze umane; Siegfried e Odette all’alba che sorge sul lago scintillante, sono finalmente uniti per sempre.
Come nella trama del racconto popolare è la fanciulla-cigno, nel libretto del balletto, la salvatrice, la risolutrice.
Il finale del balletto insiste sull'amore che vince ogni incantesimo e la figura del cigno supporta egregiamente l'idea di un amore imperituro, eterno. Nota era sicuramente la monogamia del cigno, un uccello non rapace, che si ciba negli stagni, nei laghi, dove l'acqua è placida, allungando il collo verso il fondo. Raccoglie, così, erbe e qualche piccolo animaletto. Fra l'altro il cigno si presta a rappresentare l'essere primordiale che riunisce i tre elementi fondamentali dell'universo, cioè l'aria, l'acqua e la terra. Per questo il simbolo del cigno è ricorrente nella tradizione massonica.

I riferimenti della Grecia classica e La sposa bianca e la sposa nera.

Ci sono altri riferimenti al cigno, anche nella Grecia classica, ma possono essere fuorvianti nei confronti delle tematiche del 'Lago dei cigni'. La trasformazione di Zeus in cigno per conquistare Nemesi è utile per comprendere l'idea di questo uccello nella Grecia classica. Zeus ordinò ad Afrodite di trasformarsi in aquila, mentre egli diventava un cigno. Fingendo di sfuggire al rapace, il divino cigno si rifugiò sul seno di Nemesi che intenerita lo abbracciò. Abbracciando il tenero e tranquillo volatile Nemesi si addormentò e diede modo a Zeus di possederla, rinnovando, a mio avviso, con qualche variante l'antichissima scena-quadro della terra-madre dormiente che si rinnovava nell'abbraccio col cielo, tipica dei raccoglitori, dei pastori e dei primi agricoltori. E' collegato al 'sole' e per questo il carro di Apollo è trainato dai cigni, ma a volte anche il carro di Afrodite.
Concludo con un cenno al mago Rothbart. La sua malignità sta nell'aver progettato di sostituire Odette con la figlia Odile. Il fatto che tenga sotto incantesimo Odette e le fanciulle del suo seguito può essere considerato un disegno della natura affinchè il principe Siegfried incontri la fanciulla-cigno, così come nel racconto popolare un essere straordinario tiene prigioniera l'eroina. Chi nelle fiabe compie questo gesto, cioè la sostituzione della sposa, sia essa la matrigna della sposa o un'altra parente, sia essa una vecchia(vedi Donna e streghe nei racconti popolari piemontesi), sia essa una serva(vedi 'I tre cedri' del Basile) viene inesorabilmente punito nel finale con la morte. Le fiabe in cui avviene la sostituzione della sposa sono un gran numero, solo nel Pentamerone del Basile ce ne sono 4, e non ne ho mai letto una che non presentasse una punizione esemplare per colei o coloro(la matrigna e sua figlia)che operavano questa sostituzione. Ricordo pure la fiaba 'La sposa bianca e la sposa nera' dei fratelli Grimm, in cui la matrigna-strega sostituisce la sposa con la sua figliola. Certamente sarà utile uno studio più approfondito su questo tipo di fiaba, ma posso supporre che l'esito tremendo, per chi l'effettuava, della 'sostituzione della sposa', nel racconto popolare, risalga a qualche crudo rituale dei primi agricoltori, fortemente negativizzato e modificato nel tramandamento orale. Un rito iniziatico prenuziale dei cacciatori-raccoglitori, che probabilmente può dare adito a fraintendimenti in un suo successivo sviluppo come racconto, ma che già contiene degli spunti di ilarità è quello dell'imposizione dell'astuccio penico presso i Bororo del Brasile(C.Lévi-Strauss, Il crudo e il cotto). Il materiale di tipo vegetale con cui si fabbricava l'astuccio penico doveva essere raccolto dalle donne che facevano parte della metà nuziale della sposa. Il confezionamento doveva essere effettuato sempre nell'ambito di questa metà. Colui, un uomo, che doveva porlo materialmente doveva far parte sempre della stessa metà nuziale della sposa. Il significato era lampante. Con la posa dell'astuccio penico l'iniziato entrava a far parte della metà, del clan o sottoclan della sposa. Tecnicamente e quindi culturalmente l'astucio penico è la sposa di un fallo a riposo. Durante questa cerimonia l'iniziato era tenuto a tenere la testa rivolta in aria per non guardare l'officiante. In un certo senso questo officiante può essere analogo alla 'falsa sposa'. In effetti presso i Bororo era considerato una sorta di padrino dello sposo(anche se questo termine di padrino è proprio dei popoli patrilocali o patriarcali, mentre i Bororo avevano un sistema matrilocale). Dopo questo rito il promesso sposo, secondo consuetudine, preparava da mangiare all'officiante, come ogni donna sposata prepara da mangiare al marito. Probabilmente il racconto popolare riporta questo rapporto passeggero negativizzandolo e modificandolo per adattarlo ai tempi coevi. Lo stesso rapporto ambiguo si ha, in numerose culture, nel rito prenuziale o di passaggio della circoncisione tra il giovane sottopostovi e l'officiante(mi riferisco ai riti eseguti sui giovani già maturi sessualmente). Non mi protraggo oltre in quanto l'argomento ha bisogno di uno studio approfondito. Mi sovviene che anche il mito greco di Perseo negativizza questa parte iniziatica, se si considera la Gorgone Medusa(anche lei non può essere guardata, ma probabilmente non come l'officiante nel rito Bororo, ma come officiata mancata) il contrario di una iniziata. Perseo, prima di conquistare Andromeda si reca presso le tre Graie, le guardiane delle Gorgoni, come le donne anziane nella realtà etnologica delle iniziazioni femminili, per conoscere dove stanno le tre Gorgoni, loro sorelle. E guarda un pò..le Graie erano le più anziane divinità, insieme alle Moire, ed erano belle di viso, ma con i capelli bianchi, e avevano il corpo di cigno e possedevano insieme un solo dente ed un unico occhio che si scambiavano vicendevolmente per mangiare e vedere. Quindi la Gorgone Medusa, la cui residenza mitica Erodoto pone a occidente dell'Egitto(e in quei posti allora probabilmente c'era acqua, c'erano fiumi e quindi anche cigni e secondo alcuni racconti mitici c'erano le amazzoni), dovrebbe essere la vergine che al posto di subire una iniziazione, ne viene preservata per via di guardiane incapaci, anziani o anziane senza vista e senza denti, cioè i cigni.Quindi sviluppa, piuttosto che annullarla, la presunta potenza(forse anche bisessuale, talora la Gorgone è considerata fallica)della vergine, che i greci vedevano di traverso, considerate le guerre e le battaglie mitiche che gli eroi condussero contro le amazzoni. Insomma la Gorgone Medusa è molto più vicina alla vergine guerriera Athena, di quanto lo sia Demetra. Naturalmente mi riferisco a quella divinità femminile dal carattere guerriero di cui prese il posto Pallade Athena, quella nata dalla testa di Zeus. L'antica Pallade Athena è coeva ad Efesto, mentre quella nata dalla testa di Zeus è posteriore a Efesto, tanto che sarebbe stato proprio quest'ultimo ad agevolare la nascita della dea guerriera, calando un fendente sul capo del re degli dei.



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