La credenza del gatto nero

Gatti neri e sporchi, gatti di fabbri

Occhi di gatto nella penombra

In alcune storie irlandesi di carattere popolare il gatto nero è il gatto della strega che si può trasformare sia in gatto sia in lepre(La strega lepre, da Yeats, Fiabe irlandesi). A volte ci sono gatti neri e sporchi di fuliggine, appartenenti a fabbri, che fanno la spia e spifferano a una assemblea di gatti, dal mantello di tutti i colori, riuniti di notte in un cimitero, ciò che hanno visto e udito. Questi gatti conoscono le arti della magia e attendono la venuta di Simon Mago. Simon Mago potrà sposare la figlia del re diventata cieca, poichè loro gli indicheranno dove si trova l'acqua che guarisce dalla cecità. Ma involontariamente e di nascosto Owney, il fabbro buono, ascolta e dopo varie peripezie e dopo essere riuscito a liberarsi del cugino Owney-na-peak, il fabbro cattivo, riuscirà con l'acqua miracolosa a guarire la figlia del re e a sposarla(Owney e Owney-na-pek, Yeats, op.c.).


Il gatto selvatico nell'Europa del nord, i gatti della dea Freyja

Molto più frequenti, rispetto alla Grecia e a Roma, sono i ricorsi mitici e della tradizione popolare europea al gatto nell'Europa del Nord. Ma non del gatto domestico si tratta, ma del gatto feroce e ostile delle foreste, del gatto selvatico predatore di selvagina, abitatore degli alberi più alti, il gatto che urla la notte alla luna, assimilato agli spiriti, ai demoni del bosco; del gatto che era l'animale totemico nelle culture dove gli uomini si dedicavano prevalentemente alla caccia, come effettivamente documentato presso i Jacuti fra le popolazioni altaiche; del gatto in cui si trasformava lo sciamano o la sciamana(esistente, ma non è frequente come lo sciamano) per intraprendere un viaggio, sempre nelle stesse culture in cui si praticava la caccia .
Presso i Norreni, Freyja è la dea dell'amore, della seduzione, della fertilità, della guerra e delle virtù profetiche, sorella di Frey e figlia di Njordhr; è anche la più bella delle dee, abita nel cielo in una dimora detta 'Campo degli eserciti', ha diritto a metà dei cadaveri caduti in battaglia, mentre Odino prende l'altra metà.Il suo palazzo si chiama 'ricco di seggi'. Un appellativo che solitamente si dà agli inferi che accolgono i morti .Freyja è una dea degli dei Vani; con la supremazia degli dei Asi e di Odino e dei guerrieri, passa a dirigere le arti della magia. E' portata su di un carro cui è aggiogata una coppia di gatti. E qui il gatto è associato alla magia. Nell'immaginario collettivo dei popoli del nord non poteva esservi il gatto domestico, l'aristogatto custode dei beni dei maggiorenti, perchè l'economia di accumulazione dei beni, in questo caso delle granaglie, arrivò molto più tardi che in Egitto o a Roma, e le case erano capanne e le ragazze probabilmente non erano schizzinose e probabilmente non avevano paura di topi e insetti, mentre rari o inesistenti dovevano essere i serpenti velenosi.
D'altronde molto spesso l'economia dei popoli del Nord Europa si sosteneva anche con i saccheggi e le rapine alle tribù vicine; quindi, facilmente, poterono essere apprezzate quelle qualità che facevano di un gatto un eccellente predatore: la sua agilità, il passo felpato, la capacità di saltare da un albero all'altro e di planare per terra. Ovviamente furono messe in evidenza anche la sfera sessuale e di generazione del gatto selvatico, insieme a quelle del porco(pure caro a Frejya, ma figura animale molto più vicina al fratello Frey). Frejya fu pure accusata dal dio demone Loki di essere l'amante del fratello Frey e di essere molto lussuriosa.
Nel Galles uno dei tre flagelli dell'isola di Anglesey è, secondo "Le triadi dell'isola di Bretagna" (sono testi manoscritti che riportano frammenti del folklore gallese, della mitologia e della storia tradizionale), è un gatto abbandonato dalla scrofa mitica Henwen(Bianca-Vecchia); viene gettato a mare dal guardiano dei porci, viene malauguratamente salvato e impudentemente allevato.
Il gatto domestico, importato dai paesi del nord dell'Africa o del vicino oriente, si diffuse in Europa nel medioevo intorno all'anno mille con il riavvio dei commerci navali, contemporaneamente o quasi all'invasione del topo o ratto nero. Fra l'altro qualcuno pensa che col ritorno in patria dei combattenti delle prime crociate si imbarcarono sulle navi una gran quantità di questi ratti.
Per contrastare questi ratti combattivi non servirono più la donnola o la genetta e allora si apprezzarono di più i gatti.
Nei secoli bui dell'alto Medievo probabilmente nei paesi del nord dell'Europa le prime persone che adottarono, valorizzarono il gatto domestico furono le donne che usavano le erbe per curare e i monaci che avevano delle granaglie da custodire. il comportamento diffidente del gatto, la cura nel nascondere i bisogni, la capacità di cadere da luoghi alti senza farsi nulla o quasi, la capacità di rimarginare le ferite in tempi molto brevi, il ricorso istintivo del gatto a mangiare delle erbe quando sente che qualcosa non funziona nel suo tubo digerente, i suoi occhi che sembrano accendersi al buio, furono buoni motivi che indussero molte donne che facevano le fattucchiere o medicavano con le erbe a prendere con loro dei gatti domestici provenienti da paesi del sud. Queste donne, probabilmente più delle altre, adottarono Il gatto domestico, lo presero in casa, forse se lo fecero mandare dai posti in cui era stato addomesticato, perchè rappresentava la quintessenza delle loro presunte capacità magiche. Lo stesso facevano i monaci e le monache per altri motivi. E cioè per tenere a bada i topi e anche per avere un animale di compagnia silenzioso o quasi.
Probabilmente a questo punto, nell'alto Medioevo, nasce la superstizione del gatto nero.


Di seguito tutte le pagine che trattano del gatto


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