I 'nani' nelle fiabe dei F.lli Grimm: fabbri, addetti alla ''Grande Madre' e spiriti della terra(Pollicino)



Nell'immagine un nano, con valenza apotropaico-cosmogonica, sorregge una delle colonne posteriori del duomo di San Cristofaro(X-XII secolo) a Barga(Lucca)

I fratelli Grimm intesero essere fedeli più allo spirito del popolo che alla sua manifestazione spontanea. Essi tradussero i racconti dai dialetti e le rinarrarono in base a una loro idea della semplicità popolare. Alla fine, pur raccogliendo varianti d'una stessa fiaba da narratori diversi, furono presi dalla considerazione che non era tanto importante registrare e catalogare le fiabe registrandone parola per parola e variante accanto a variante, ma piuttosto scegliere sulla base delle varianti il testo più probabile della fiaba originaria.
Il primo volume dei Kinder und Hausmarchen (letteralmente Fiabe per bambini e famiglie) fu pubblicato nel 1812 e il secondo volume nel 1815. I due volumi ebbero sette edizioni durante la vita dei Grimm. Wilhelm Grimm scrisse un terzo volume, di commento alle fiabe nel 1822. Per Wilhelm le fiabe derivavano dai grandi temi epici della mitologia germanica.

I fratelli Grimm

Nella fiaba dei Fratelli Grimm 'Biancanese e i sette nani' gli esseri presso la cui casa l'eroina bambina va ad abitare sono dei veri nani che lavorano nelle miniere di diamante. E' molto probabile che l'impiego di uomini di bassa statura e anche con qualche problema deambulatorio siano stati usati nelle miniere nell'antichità, sia come esploratori di ambienti sotto terra sia come lavoratori scavatori. Nel lavoro in miniera non era richiesta velocità di gambe, piedi veloci: il buio rende inutile e dannosa la corsa. Oltre ai 'nani' sicuramente sono stati impiegati nel lavoro delle miniere, probabilmente fin dall'inizio dell'attività mineraria, i ragazzini. Famoso è il racconto 'Rosso malpelo' della serie 'I vinti', in cui Giovanni Verga presenta un quadro pessimistico delle condizioni di vita degli ultimi.
Ma è facile scorgere nella fiaba dei F.lli Grimm il motivo famosissimo della 'reclusione della fanciulla'; motivo che rimanda alle iniziazioni femminili di culture cosiddette primitive. Quindi è possibile vedere nei 'nani' della fiaba i servitori, gli addetti al culto di una divinità legata alla terra, probabilmente una Grande Madre, negativizzata nella figura della matrigna. I nani sono sette come in altre fiabe simili, in cui l'eroina va sotto terra, sono sette i personaggi inferi(vedi la fiaba siciliana Lu Re d'amuri-XVIII da Fiabe novelle e racconti popolari siciliani di G. Pitrè, in cui Rusidda incontra nel mondo sotterraneo sette mamme-draghe cannibali di cui una è la suocera); pure significativi sono i sette veli de 'La bella dai sette veli' la cui guardiana è un'orca(L.Gonzebach, Fiabe siciliane, n.13), una probabile connessione della principessa all'albero e ai suoi anelli di crescita, uno all'anno. Probabilmente tanti racconti di questo genere si possono fare risalire alle iniziazioni femminili che potevano avere una durata di 7 anni(il numero di 7 anni ricorda pure usi anatolici e cananeo-fenici), in corrispondenza del periodo in cui la terra veniva abbandonata o lasciata riposare per 7 anni(maggese lungo passivo). E in questo periodo la fanciulla era ritenuta 'morta', e in corrispondenza la terra abbandonata.
In una fiaba sugli gnomi dei F.lli Grimm(la seconda favola della n.39) una servetta è invitata dagli gnomi come madrina di un bambino. La servetta accetta dopo aver chiesto consiglio ai vicini. E va a trovare i nani che abitavano in una caverna. Tutto era piccolo, ma leggiadro e fatto molto bene e intarsiato con oro e avorio. La servetta fece da madrina e partecipò ai festeggiamenti che durarono tre giorni. Poi si accomiatò dagli gnomi e questi la ringraziarono, le fecero dei bei regali e le misero dell'oro nelle tasche. La servetta ritornò alla casa della padrona per riprendere il suo lavoro, prese la scopa e cominciò a spazzare, ma fu fermata da degli sconosciuti che le chiesero cosa volesse. La servetta rispose che era ritornata per riprendere il lavoro dopo essersi assentata per tre giorni per essere andata nel monte dei nani d'accordo con la padrona. Le fu risposto che non tre giorni erano passati, ma sette anni e che nel frattempo l'antica padrona di casa era morta.
Ho citato questa fiaba sui nani per il ricorso del numero 7, che si riferisce probabilmente al periodo delle iniziazioni femminili, ma che in questo racconto ha un risvolto demoniaco. Notevole il fatto che i 'nani' vivano relegati nella caverna di un monte: questo fa supporre che i 'nani' corrispondano a quei gruppi, organizzati in casta, che esercitavano il mestiere di fabbri e vivevano ai margini della società e si sposavano fra di loro, per il divieto di contrarre matrimoni con altri gruppi.
Se i sette nani di Biancaneve sono benefici, il nano Tremotino(Rumpelstilzchen) della fiaba dei F.lli Grimm è malefico. Tale fiaba è diffusa soprattutto in territori del nord dell'Europa. Tremotino rappresentava nell'epoca storica in cui fu raccolta la sua storia quel 'fantasma', quello 'spirito malefico' che talvolta si trovava in delle case dove morivano dei bambini appena nati o molto piccoli: il popolo dava questa spiegazione a queste morti premature non seguendo le spiegazione dei medici. Ma in effetti il racconto del nano Tremotino è da collegare al sacrificio del 'primo nato' presso antiche culture di allevatori che praticavano probabilmente anche una agricoltura itinerante. Per questo nell'ultima versione del racconto, quella del 1857, i F.lli Grimm collegarono Il nano Tremotino alla profondità del suolo, al regno dei morti, mentre nella versione orale raccolta da una popolana, Tremotino, essendo stato scoperto il suo nome, vola fuori dalla finestra su un mestolo da cucina; cioè da un arnese, un oggetto utile della casa di cui lo spirito malvagio domestico si era impossessato: un arnese che secondo il modo di dire corrente conosce i segreti della casa come conosce i segreti, gli odori della pentola. Tremotino è un 'aiutante non disinteressato' che ha capacità magico-metallurgiche da collegare al mondo del sottosuolo. Trasforma la paglia, un residuo della trebbiatura di cereali, in oro, ma chiede in cambio qualcosa. Un mugnaio aveva vantato, di fronte a un re, che la figlia sapeva filare l'oro dalla paglia. Il re lo prende in parola e pretende che sua figlia compia quanto ha fatto credere il padre. Le mancanze dei padri ricadono sui figli? In questa fiaba si. La figlia del mugnaio viene chiusa in una stanza insieme a tanta paglia che dovrà trasformare in oro. Si dispera e le compare un 'nano' che le chiede il motivo del suo pianto. Il ' nano', dopo aver ascoltato dalla figlia del mugnaio la sua storia, si offre di aiutarla, ma chiede qualcosa in cambio. L'eroina le regala una collana per l'aiuto della prima prova, poi l'anello per l'aiuto nella seconda prova, e poi è costretta a promettergli il primo figlio per l'aiuto nella terza ed ultima prova. Quindi il nano Tremotino procede per transazioni, per scambio, per 'do ut des' ed è simile ai quattro nani che pretesero dalla dea Freya una notte d'amore per ciascuno in cambio della 'Collana dei Brisinghi'. Nel 'nano' metallurgico si può scorgere il fabbro o la di lui moglie che in alcune culture di interesse etnologico procedono alle procedure iniziatiche con i ferri e con gli attrezzi appropriati.
Anche << l'ondina dello stagno>> nella fiaba omonima dei F.lli Grimm(n.181) chiede il figlio appena nato a un mugnaio all'oscuro del puerperio della moglie: probabile retaggio dell'uso di esporre i nati da ragazze nel periodo iniziatico o prima di una certa età. Anche in questa fiaba c'è un mugnaio e forse non è un caso perchè anche nelle società poco evolute, ma con cerealicoltura, anche primordiale, il mugnaio doveva essere un artigiano. L'ondina d'acqua è un essere mostruoso come le sirene di fiume: sono bellissime donne con la coda di pesce che attraggono irresistibilmente con la voce suadente e musicale(in tedesco Nixe, mentre Nix è il tritone ). Questi spiritelli sono di natura acquatica e abitano in fondo ai laghi e ai fiumi: quelli che abitano negli stagni sono probabilmente di natura malefica perchè proprio negli stagni paludosi sotto dei graticci le popolazioni antichissime dei Germani annegavano gli ignavi, gli imbelli e gli omosessuali condannati a morte, secondo quanto riporta Tacito(Germania XII). Di tali persone, precisa Tacito, era nascosta l'esecuzione, perchè il loro esempio sarebbe stato nefasto per l'intera comunità: i graticci probabilmente avevano il doppio scopo di escluderli alla vista dei curiosi e di impedire ai cadaveri di tornare in superficie.
Reputo interessante riportare che nel folclore tedesco questi spiritelli possono essere interdetti, cacciati o annientati se si pronuncia il loro nome, così come succede nel racconto del nano Tremotino: la figlia del mugnaio, divenuta regina, è affrontata dal nano che le richiede il figlio; disperata, la donna offre a Tremotino le sue ricchezze, i suoi tesori, ma Tremotino non accetta e avverte che se entro tre giorni riuscirà a conoscere il suo nome, solo allora potrà tenere con sè il bambino.
Interessante quella storiellina(terza favola della n.39) che riporta la credenza che i 'nani' possano scambiare i neonati sostituendoli con dei bimbi particolarmente brutti che bevono e mangiano soltanto. Il rimedio è riuscire a fare ridere il bambino: solo allora i 'nani' si precipiteranno per scambiare di nuovo il bambino. Cioè il riso rompe l'incantesimo.
Un 'nano' particolare è Pollicino(fiaba n.37). Questo personaggio minuscolo come un pollice è figlio di contadini e non ha a che vedere con gli artigiani vicini al fuoco. Pollicino doveva rappresentare il tipo briccone che rompe la norma, infatti chiede al padre di essere venduto per poi ritornare magicamente da lui. Ma la fiaba è stata in parte modificata per renderla coeva ai suoi fruitori ed è diventata l'emblema del percorso ciclico dello spirito della terra nel periodo di crisi. C'è crisi, la terra non produce; il figlio viene venduto e va a vivere nelle tane dei topi che dominano il territorio perchè la terra è stata abbandonata e non è curata. Serve una pratica magica, l'oro. L'oro lo possiede il parroco. Quest'ultimo ha preso il posto dell'addetto alla divinità sotterranea ricca di oro, uccide la mucca in sacrificio e ne divide le parti: le interiora, dove sta lo spirito della terra vanno ad arricchire il letame, il miscuglio di interiora e letame sono l'oro per la terra. L'atto della sospensione della norma, tipico del briccone, è assunto dai ladri. L'oro è, per lo spirito della terra, l'anno o il tempo in cui la terra viene coltivata a fieno e poi concimata, o prima concimata e poi coltivata a fieno: la contribuzione della mucca alla fertilità della terra le viene restituita col fieno prodotto dalla terra. Solo così potrà la terra(lo spirito della terra, Pollicino)affrontare i rigidi inverni, rappresentati dal lupo.
Il letame non è fuoco, ma da calore alla terra. Fra l'altro il letame è anche leggermente combustibile. Tacito(Germania 16) riporta che i Germani usano ricavare anche degli spazi sotterranei, ricoprendoli di un abbondante strato di letame, quale rifugio d'inverno o deposito per le messi. Così facendo, mitigavano il rigore del freddo e, nascondendosi in questi rifugi, potevano sfuggire alle incursioni di nemici, propensi a devastare e depredare tutto ciò che si presentava desiderabile ai loro occhi: il letame doveva essere l'ultimo posto in cui avrebbero cercato, sempre che avessero avuto la pazienza e la calma necessaria per tale ricerca.



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