La credenza del gatto nero

La gatta Cenerentola del Pentamerone del Basile

Stampa in cui popolane ascoltano racconti da un demone.

Zezolla, istigata dalla maestra a uccidere la matrigna, crede che facendole avere il padre per marito sarà tenuta cara; ma dopo aver mandato all'altro mondo la matrigna(le decapita la testa lasciando cadere sul suo collo il coperchio di una cassapanca); dopo lo spasalizio del padre con la maestra, passa una settimana da "signotra" durante la quale è servita e riverita dalla maestra e nuova matrigna. Dopo di che la maestra la mette in cucina a sgobbare per lei e la chiama "Gatta cenerentola".
E' un racconto popolare particolarmente modificato dal Basile o dalla tradizione napoletana di tipo municipale. Qualcosa decapita, in origine, Zezolla, ed è la lussuria, l'effimero impersonato dalla testa recisa della matrigna.
Le matrigne o vedove risposate sono nel folklore indicate come donne lussuriose e vengono messe sotto le loro finestre delle gatte. Quindi le gatte sono le vedove e le matrigne e non le fanciulle come Zezolla. Zezolla coltivando una pianta di dattero ricorda le fanciulle recluse sette anni; infatti la pianta del dattero fruttifica dopo circa sei o sette anni, come la terra abbandonata a maggese lungo. E' l'iniziazione che le conferisce poteri speciali, ma nel contempo la costringe a lasciare la festa entro mezzanotte perchè risulta come morta. Il limite del periodo di morte, che in altri racconti è il tramontare del sole, in questo tipo di fiabe, è stato posticipato alla mezzanotte. Nelle iniziazioni l'iniziato nel morire e rinascere, nell'essere divorato e nell'essere espulso viene trasformato e perde qualcosa. Ma la menomazione è segno di prova superata. Quindi Zezolla perdendo la scarpetta manifesta il segno del suo cambiamento. E nelle antiche società di tipo clanico questo significava che fosse pronta per il matrimonio. Questa struttura iniziatica passando ad altre culture è stata fortemente travisata e il senso della perdita modificato. Comunque il fatto che solo lei può calzare la scarpetta rimane il segno della partecipazione all'iniziazione e della discesa nel mondo ctonio. Un paragone della scarpetta può essere la lingua o le lingue dei mostri che l'eroe ha ucciso. All'eroe che dorme il falso eroe strappa le lingue dalle teste dei mostri e millanta di essere il vero eroe e quindi di avere diritto a sposare la figlia del re. Ma l'eroe interviene e mostra le teste dei mostri uccisi e le lingue portate dal falso eroe vanno a pennello, diciamo calzano bene, nelle bocche delle teste dei mostri uccisi portate dal vero eroe. Quindi anche Zezolla è la vera eroina, perchè solo a lei calza la scarpetta.


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