Il nano è il gigante del mondo rovesciato



In alto figura che rappresenta Baubo o la femminilità primordiale del racconto mitico del ratto di Persefone, a destra statuetta itifallica del VII sec.a:C. dalla Sardegna

Chissà quando e dove sono sorte nei racconti le figure dei 'nani'. Oggi si sa che il nanismo nelle sue varie forme è una malattia. Ma probabilmente la nascita di un bambino nano o la sua crescita disarmonica fu considerato una maledizione delle forze invisibili. Probabilmente se i segni del nanismo erano presenti alla nascita il bambino era esposto. Se la malattia o meglio se il carattere 'nano' veniva fuori nel corso della crescita le risposte culturali saranno state diverse. Probabilmente il 'nano' non veniva iniziato e restava con le donne, facendo i loro lavori più pesanti. Oppure, poichè non poteva essere proficuo portarlo a cacciare, fu messo a produrre pietre-utensili e pietre taglienti o armi. La sua vicinanza alle donne ed anche la sua aggressività probabilmente dipendono da queste attività. Ma la parola nano poteva essere stata usata figuratamente, in Grecia e probabilmente anche in Egitto, nei culti misterici per il non-iniziato e per l'iniziando che compiva delle imprese al di fuori della norma nel periodo iniziatico, periodo connesso all'aldilà. Anche nella cultura egizia ci sono divinità dall'aspetto di 'nani': Ptah e Bes, entrambi connessi all'aldilà.

Gli eroi nani, i Grandi dei nani, i Cabiri, i riti di Samotracia e la purificazione da empietà

Nella Grecia antica probabilmente il nomignolo di 'nano', riferito ad alcuni eroi, doveva avere un significato misterico. Per esempio Eracle(Angelo brelich, Gli eroi greci Adelphi 2010, pp.190ss) è uno di questi; altri eroi chiamati 'nani' sono Tideo e Aiace d'Oileo(eroi arroganti caratterizzati da comportamenti contro la norma: il primo divorò il cervello di Melanippo, colui che lo aveva ferito; il secondo è un guerriero che non rispettava i cadaveri dei nemici morti in battaglia e commise una gravissima empietà violentando la profetessa Cassandra nei pressi dell'altare di Atena, facendo cadere la statua della dea a cui la donna si era aggrappata), Ulisse, l'ideatore dell'inganno del cavallo di Troia e di altri inganni, per esempio quello a Polifemo. Probabilmente il nomignolo 'nano' viene dato all'eroe risolutore, all'eroe mediatore, all'eroe che, come il 13.mo mese, sempre più corto degli altri mesi, è l'anello di congiunzione fra un grande ciclo(grande ciclo dei calendari lunisolari) che muore e il nuovo ciclo che nasce. In tale mese venivano celebrati rituali e festeggiamenti particolarmente lunghi, culminanti con feste in cui la norma non veniva rispettata per simboleggiare un ritorno al caos, al primordiale e quindi alla rinascita successiva. Nella versione orfica del mito Demetra alla ricerca della figlia, esclusa dai parti, è ospite di personaggi di piccola statura, Baubo e Disaule(che significa 'dal ristretto cortile'), probabilmente in una casetta. Sempre in Grecia erano detti e/o rappresentati come nani i Cabiri, detti anche 'Grandi dei'(notasi l'antinomia), divinità dell'oltretomba, con un culto misterico che aveva il suo centro nell'isola di Samotracia e nella vicina isola di Lemno, isola abitata dai cosidetti 'Tirreni' fin dal IV millennio a.C.
A Lemno Il culto era, in epoca classica, strettamente collegato a quello di Efesto. Verosimilmente i Cabiri erano divinità della fertilità provenienti dall' Anatolia ed erano protettori dei marinai, e secondo altre tradizioni figli di Efesto, orefici e maestri del fuoco, aiutanti del padre nella fabbricazione di armi e gioielli. In Grecia altri 'nani' sono i Dattili. Mentre stava partorendo Zeus, Rea presa dal dolore mosse le sue dita al suolo, schiacciandole con tanta forza che uscirono fuori i Dattili(le dita in greco), cinque maschi dalla mano destra e cinque femmine dall'altra mano; secondo un altro racconto non fu Rea ma la ninfa Anchiale a farli spuntare dalle dita, in preda ai dolori del parto, ed erano due; erano bravissimi fabbri, furono i primi a scoprire il ferro, avevano maestria nell'arte della magia, servitori e strumenti della Grande Madre: può darsi che i loro nomi alludano a un pronunciato carattere fallico(Karoly Kerényi, Gli e gli eroi della Grecia, 80). Altra spiegazione della loro rappresentazione come 'nani' per Karoly Kerényi starebbe nel fatto che sia Cabiri, sia Dattili, ma anche Coribanti, Cureti, Telchini appaiono piccolini se confrontati con la grandezza della 'Grande Madre' di cui erano servitori. Notevole l'osservazione del Kerényi circa il loro numero: nei racconti appaiono talvolta come esseri primordiali, talvolta come interi popoli primordiali(ibidem pag.80).
I Cabiri si chiamavano anche Cureti e Coribanti, a Lemno si chiamavano Efesti al plurale. In effetti, per via del silenzio che avvolgeva i culti misterici, non si conoscono i riti dei Misteri di Samotracia, nè quelli misterici di Lemno. Fra i 'Grandi dei' a Samotracia c'era un 'pais' (ragazzo) di nome Kadmilo, collegato in epoca classica a Hermes, il briccone divino(trickster)dei Pelasgi, diventato il messaggero degli dei olimpici. Erodoto nelle Storie (II,51) afferma, riferendosi all’isola di Samotracia, che i suoi abitanti avevano recepito il culto misterico dei Cabiri dai Pelasgi. E ai Pelasgi apparteneva un culto di Hermes itifallico. Quindi ai Cabiri, in epoca classica, erano associati il dio zoppo e/o deforme, Efesto, e il dio Hermes itifallico o 'nano'. Nano, sia perchè ancora ragazzo, cioè non ancora iniziato, sia perchè 'briccone'. Il furto con destrezza, la scorreria presso tribù nemiche erano considerate delle risorse e a volte, come per esempio a Sparta, delle prove iniziatiche. L'iniziato, molto probabilmente, era impunito per il fatto che le sue attività erano considerate al pari di quelle di un morto: quindi l'iniziando era 'nano risolutore' in quanto eroe(superava prove iniziatiche)nel mondo alla rovescia(nel periodo iniziatico era considerato morto)che passava dalla fanciullezza, ciclo di vita ingenuo legato alla natura e alle donne, alla maturità, ad un nuovo ciclo di vita che aveva come riferimento gli uomini, la tribù e le sue divinità.
E' probabile che sia Efesto, sia Hermes, sia Pan fossero inizialmente nella Grecia medievale e arcaica dei demoni, delle figure che presiedevano, che accompagnavano gli adolescenti nei vari riti di passaggio: l'adolescente passava da una fase di non-civiltà alla vita adulta e responsabile, moriva in una fase e rinasceva a nuova vita. Come Callisto e Atalanta erano le figure di riferimento nei riti femminili di passaggio.
In una società più complessa queste figure acquistarono una propria individualità o decaddero a racconti fiabeschi.
Alcuni studiosi(Briquel, Cristofani, Giuffrida Ientile) parlano della 'bricconeria'(il riferimento è al briccone Hermes)dei Tirreni piuttosto come 'pirateria'. Il De Palma, archeologo, sostiene che la loro civiltà, nata intorno al 3500 a.C. grazie alle loro capacità di lavorare i metalli e alla loro capacità di scrittura si diffuse in diverse zone del Mediterraneo, a cominciare dall'Egeo, da Lesbo, da Chio, da Samo, da Siro, da Thera(odierna Santorini), e poi presso i Filistei(odierna Israele), nelle isole Eolie, in Sardegna, nell'Italia centrale dove si confusero con gli Etruschi, e in Spagna e in Portogallo, fino alle popolazioni ugrofinniche di magiari ed estoni.
Karoly Kerényi ritiene che nei misteri di Samotracia una dea dai tratti di Demetra fosse l'iniziatrice del rito, un rito purificatorio cui si sottoponevano coloro che si erano macchiati di gravi delitti, esclusi quelli di sangue. Nel rito, pare, gli iniziati dovessero, più che prostrarsi umili e chiedere il perdono, dimostrare la loro empietà in una sorta di confessione-interrogatorio(Alfonso Di Nola, Enciclopedia delle Religioni, Riti di Samotracia). Confessione di atti di empietà che probabilmente dovevano andare dalla sfera del ribelle Efesto a quella del fanciullo briccone Hermes. La dea ridava una sorta di 'verginità-fertilità misterica' a coloro che si sottoponevano al rito in modo tale da scongiurare le punizioni attendibili di natura magico-divina? Oppure od anche, in connessione della ierogamia misterica della dea con una divinità dai tratti funerari, ricevere 'Pluto', uno 'spirito' bambino e quindi una sorta di 'nano' portatore di abbondanza, di fortuna così come può essere interpretato nella teogonia di Esiodo?
L'atto di empietà più comune nell'antica Grecia doveva essere l'omissione di sacrifici, di libazioni agli dei e ai morti. Specie in tempo di crisi non venivano celebrati i riti relativi a qualche divinità. Nei miti greci si notano molti casi in cui una divinità, di cui non si sono celebrati i riti, reagisce mandando la pestilenza, la carestia, un cattivo raccolto, la malattia, la pazzia ecc. Molto probabilmente i riti di Samotracia erano cari ai marinai perchè, appunto, i marinai sono spesso impossibilitati a celebrare, a pertecipare ai riti religiosi e praticano una professione particolarmente pericolosa per l'insidia del mare.



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