La divina Atalanta dai piedi veloci, una antica Turandot


Eclissi totale di sole

A sinistra una foto del raro fenomeno ritenuto infausto dell'eclissi solare totale. La luna sembra enorme e del sole rimane solo un bagliore. Fra l'altro questa foto ricorda un anello sormontato da una pietra brillante. L'eclissi lunare ha pure una sua drammaticità perchè la luna in quell'occasione diviene rossastra e ricorda il frutto maturo del melograno, da cui forse la simbologia negativa e funeraria di questo frutto. Atalanta, probabilmente era una epifania della stessa Artemide, modello per le ragazze che, durante i riti di passaggio(iniziazioni), raggiungevano il vertice e come "orsette" svolgevano dei rituali.

Atalanta, i gioielli, il periodo liminare in cui la luna raggiunge il sole, i giochi agonistici, la castità delle sacerdotesse di Apollo(la Pizia) e di Artemide(le orsette), usi matrimoniali, il mondo dell'alveare, apripista della spiritualità nel Mediterraneo antico.

Il personaggio mitologico greco più vicino a Turandot è l'enigmatica Atalanta, probabile alter ego di Artemide, che uccideva i suoi pretendenti nel caso li avesse raggiunti in una gara di corsa. Atalanta uccise molti pretendenti che l'avevavo sfidato nella corsa finchè non si presentò Ippomene. Costui ricorse a uno stratagemma suggeritole dalla dea dell'amore Afrodite. Durante la corsa buttò ad una ad una tre mele d'oro e Atalanta non seppe resistere alla tentazione di raccoglierle, così Ippomene riuscì a vincere la corsa e sposare Atalanta. Ma il fato aveva riservato ad Atalanta la castità in eterno. Infatti, tempo dopo i due sposi, Atalanta e Ippomene, incorsero nelle ire di Zeus, offeso per averli scoperti ad amarsi nel sacro recinto di un tempio a lui dedicato.Questa unione nel tempio ricorda una ierogamia, ierogamia sterile perchè non nacque figliolanza. Per punirli decise di trasformarli in un leone e una leonessa, cioè li condannava a non amarsi più perché i greci ritenevano che i leoni non si accoppiassero tra loro, bensì con i leopardi. Il racconto riporta probabilmente un antichissimo tabù matrimoniale tra appartenenti allo stesso sottoclan esogamico. Altre valenze ha la storia di Atalanta, la misandra, con Melanione, il misogeno suo cugino, che non voleva sposarsi ed era andato a vivere nei boschi sulle sommità delle montagne cacciando gli animali. Melanione appena vide Atalanta cambiò idea e cominciò a corteggiarla, a donarle selvaggina, a chiederla in sposa. Dopo molti rifiuti, per la perseveranza dimostrata, Atalanta lo preferì ad altri pretendenti. Questo matrimonio fu allietato dalla nascita di un bambino di nome Partenopeo. Atalanta era in tempi storici probabilmente l'emblema, l'esempio da seguire per le fanciulle iniziate nel tempio di Artemide Brauronia vicino ad Atene ed in genere di tutte le fanciulle iniziate che dimostravano fin da piccole una notevole personalità. Nei due racconti si evince che la castità prematrimoniale è un bene prezioso. Però nel racconto di Ippomene viene stereotipata nel concetto astratto della castità, mentre nel matrimonio col cugino Melanione riflette una più vicina situazione storica, nella considerazione che il matrimonio migliore è tra cugini(questo matrimonio di tipo endogamico era molto diffuso tra le classi militari-aristocratiche anche per la difesa del patrimonio nel periodo del medioevo ellenico, periodo intercorrente tra i secoli XI e VIII a.C), a patto che la sposa e anche lo sposo vivessero distaccati prima delle nozze. Per cui la misogenia del ragazzo era ben vista al pari della misandria della ragazza.
Le fanciulle nel periodo iniziatico, non solo ad Atene, venivano chiamate 'orsette' e Atalanta era stata allevata da un'orsa. Nel racconto di Atalanta e Ippomene, come nel racconto che ha per protagonista Datmà, c'è il sopravvento dell'uomo sulla donna e quindi la vittoria dell'amore, di Afrodite grazie allo strumento seduttivo del gioiello.
La corsa di Atalanta, una corsa ad handicap, nel senso che il pretendente partiva avvantaggiato si riferiva probabilmente alla corsa della luna che alla fine di ogni 49 e alternativamente 50 cicli lunari(pari a 4 anni circa), raggiungeva il corso annuale del sole. Sottostante a questa considerazione calendariale ci doveva essere una antichissima credenza dei paesi nordici di un'orsa bianca che rappresentando la luna (l'evento di un orso bianco o un'orsa bianca che scende dalle zone artiche è molto raro, ma succede) divora il sole nelle eclissi appunto di sole; in alternativa all'orsa polare bianca, nelle regioni più a sud, la luna divoratrice poteva essere stata rappresentata da una leonessa albina. L'eclisse di sole è ritenuto evento portatore di disgrazie in quasi tutte le culture e come vedremo innamorarsi di Atalanta non portava bene. Al 50.mo ciclo lunare finiva dunque il grande anno lunare e ne iniziava un'altro. Il periodo liminare era caratterizzato da riti di ritorno al caos e di rinnovamento, per cui è presumibile che ci fossero dei sacrifici umani(Robert Graves presume che fossero sacrificati dei sostituti del re, a tal proposito è bene ricordare anche altri o simili cicli: il grande ciclo dei 99 mesi lunari, quello di Zeus Liceo in Arcadia, il ciclo dei giochi Olimpici ad Olimpia, giochi che si disputavano alternativamente ogni 49 e ogni 50 cicli lunari), dei roghi di animali neri che simboleggiavano la purificazione della terra e delle ierogamie, forse anche plurime. Il numero 50 ricorre spesso nella mitologia greca. Per esempio le 50 sorelle dette Danaidi perchè figlie di Danao, dopo il matrimonio con i 50 fratelli Egiaziadi, uccisero, tutte, i rispettivi mariti, tranne Ipermnestra. Cinquanta erano le Nereidi, figlie del dio Nereo, Ninfe marine del Mediterraneo, cui spesso si sacrificavano vite umane: vedi il mito di Andromeda. I figli di Licaone, l'arcade cannibale, erano 50 e Zeus li fulminò insieme al padre. Atteone fu trasformato in cervo da Artemide e sbranato dai suoi 50 cani. Nella religione olimpica le usanze barbare dei periodi liminari vennero abolite e sostituite da agoni rituali, da gare, da corse a piedi, ma all'inizio forse anche da combattimenti al primo sangue.

Connessioni rituali agonistici con rituali funebri e ritualita' agraria

Corsa di fanciulle in un vaso greco

E' difficile stabilire se prima sorsero gli agoni funebri per personaggi eccellenti, oppure gli agoni con prerogativa agraria per contrassegnare i periodi liminari del grande anno lunare e quindi del rinnovamento della terra. La struttura di questi agoni è comunque quasi identica:a) morte personaggi eccellenti-morte o fine anno lunare-morte o sterilità della terra-abbandono della terra o maggese lungo passivo; b)cadaveri umani bruciati sulle pire di legno-sacrificio forse umano per ricompensare divinità delle foreste-roghi di animali neri legati alla terra o al bosco-disboscamento-fuoco agonistico; c)vita oltremondana dei personaggi eccellenti-nuovo anno lunare-rinnovamento della terra-terra coltivata dopo il disboscamento o il maggese lungo passivo(in quest'ultimo caso la terra ridiventava selvaggia e il suo riutilizzo avveniva dopo un disboscamento di tipo minore).
I rituali agonistici dovevano essere parte importante del cerimoniale. E' difficile precisare la loro connessione con la morte o i sacrifici di fanciulli o bambini. In Grecia c'è all'origine di numerosi agoni, il mito, il racconto di un bambino, di un fanciullo che muore: Ofelte soprannominato Archemoro-colui che porta sciagure-per i giochi Nemei; Palemone oppure Melicerte per i giochi Istmici; Demofoonte per l'agone di Eleusi. E' possibile che questi bambini, con la loro morte piu' o meno occasionale, rappresentino figuratamente l'abbandono di certi riti piuttosto crudi, di pratiche dai connotati fortemente magici. A mio avviso l'agone proietta una carica di potenza sull'avvenimento, che ha di per sè stesso una carica negativa: morte di un uomo eccellente, fine del grande anno lunare. La mente di coloro che assistono agli agoni va oltre l'avvenimento funesto e viene lanciata su ciò che sta per nascere: la vita dell'oltretomba del morto eccellente e il nuovo anno lunare. Il nuovo che viene è rappresentato dall'atleta che vince la gara. Si immagina che forze ostili, spiriti maligni, si oppongano al passaggio tra il vecchio e il nuovo. L'agone è visto pure come un fuoco che mette in fuga, che demolisce le forze ostili: nell'agone colui che perdeva veniva probabilmente identificato con le forze avverse. Ancora oggi in molte manifestazioni sportive l'ultimo arrivato ha la maglia nera. E' probabile che in tempi antichissimi o in tempi di gravissime crisi il perdente, l'ultimo venisse sacrificato, quale rappresentante delle forze avverse al cambiamento; in sua sostituzione venne ucciso un animale nero. Pure probabile che un fanciullo venisse sacrificato alla fine del grande anno lunare come sostituto del re, come appunto sostiene R. Graves. Si può ipotizzare che venisse sacrificato, alla luce del mito di Atalanta assassina, se non superava una prova ritenuta molto facile: non essere superato da una coetanea. Il fanciullo o ragazzo partiva addirittura in vantaggio. Il suo compito era quello di vincere; il voltarsi indietro verso la fanciulla o ragazza che in quel periodo era 'orsetta', cioè nel periodo iniziatico, poteva essere fatale: una buca non vista nel terreno poteva provocare la caduta del corridore. Ancora più catastrofico per il ragazzo sarebbe stato l'evento che egli stesso, precoce e testardo, mostrasse interesse sessuale e/o amoroso nei confronti dell'orsetta e nel corso della gara si facesse superare per molestarla. L'orsetta, che era una fanciulla prescelta in base a determinati requisiti, cioè era una piccola Artemide(nei racconti mitici a noi pervenuti, sull'infanzia della dea, viene descritta e riportata la sua volontà di non sposarsi già all'età di 3 anni), sicuramente non avrebbe tollerato queste attenzioni e avrebbe fatto di tutto per superarlo nella corsa. Probabilmente l'effetto della vittoria di una orsetta sul coetaneo maschio consisteva essenzialmente nella sostituzione del re: la vittoria della fanciulla-luna probabilmente sanciva, come fosse stato un giudizio divino, una ordalia, la fine del comando del re, del capo. Queste considerazioni potrebbero essere utili per chiarire i miti di Orfeo e di Atteone? Fra l'altro quest'ultimo è il figlio di Aristeo, l'apicoltore, famoso per la rincorsa amorosa verso Euridice: una corsa che invece ricorda l'eclissi di luna o il sole che raggiunge la luna. La fine di Atteone potrebbe anche essere vista come una fase successiva del mito di Orfeo, una fase in cui il fato, le tre Moire pareggiano i conti.

Più tardi entrarono a far parte di queste strutture liminari anche gli agoni poetici, quelli musicali, quelli corali. A. Brelich(Gli eroi greci) mette in evidenza i rapporti stretti tra i rituali agonistici e il culto oracolare. Molto spesso in Grecia il culto oracolare era associato a un culto agonistico, gli esempi principali sono Olimpia, Delfi e Dodona, ma c'erano tanti altri casi di associazione.
Riepilogando: si è partiti dalla corsa-giudizio_divino di Atalanta e siamo arrivati al culto oracolare. E in entrambi i casi si fa riferimento alla castità rituale di sacerdotesse. Atalanta è la figura paradigmatica delle fanciulle sacerdotesse, dette 'orsette', dedite al culto di Artemide Brauronia. Le sacerdotesse che davano i responsi a Delfi(la Pizia), a Dodona(le Peleiadi), a Cuma(la Sibilla) dovevano rispettare la purezza rituale e condurre una vita inappuntabile e nella continenza. Anzi Diodoro Siculo riferisce che in un primo tempo il ruolo della Pizia era riservato alle vergini, ma dopo che Echecrate di Tessaglia rapì e violentò la veggente di cui si era invaghito, fu stabilito che donne vergini non avrebbero più vaticinato e il ruolo venne riservato alle donne d'età matura, pur continuando a indossare, quest'ultime, le vesti da vergine in ricordo delle originarie sacerdotesse. E ancora, la Pizia è per Pindaro 'melissa di Delfi', esattamente come 'deborah', in ebraico “ape”, è il nome della profetessa giudice d’Israele. Il riferimento all'ape ci riporta all’impressionante elaborazione simbolica operata dalle culture del Mediterraneo antico attorno al miele e all’ape. Nel mondo classico essa è un insetto tanto osservato e ammirato, quanto avvolto nel mistero, specie per ciò che riguarda la sua genesi. L’ape è infatti ritenuta essere, tra l’altro, il simbolo della castità quindi non riproducibile per filiazione(vedi lo studio di Francesco Aspesi). Anche nel medio-oriente il mondo dell'alveare aveva assunto delle connotazioni religiose. Gli antichi Babilonesi ( 1600 a. C. circa) veneravano il dio Mithra che era rappresentato come un leone che teneva nelle sue fauci un’ape. Ape infatti, nella lingua locale, si pronunciava “Dabar” e “Dabar” era anche il termine per indicare la “Parola” (divina).
Quindi, molto probabilmente, la figura della principessa Turandot, soprattutto per quel che riguarda la sua propensione a stare lontano dall'uomo(castità)e per quanto riguarda il suo professarsi 'spirituale' piuttosto che materiale, o più che talentuosa nei cimenti d'acume, deriva da quella di una antica sacerdotessa che non poteva sposarsi e l'antecedente è Atalanta oppure l'originaria sacerdotessa vergine dell'oracolo di Delfi. Innamorarsi di Atalanta portò male a tutti i pretendenti e Meleagro(che la fece partecipare alla spedizione contro il cinghiale di Calidone, un cinghiale mostruoso per la mole enorme)per averla amata andò incontro, insieme a tutta la sua famiglia, a fine miseranda.
Atalanta, nella sua connessione con l'orsa che l'ha allattata per volere di Artemide, è collegabile all'alveare, come dea-fuitrice naturale del miele selvatico, fu trasformata in leone o leonessa da Zeus o dalla Grande Madre Cibele e molto probabilmente, per la sua corsa vincente e assassina, può essere vista come il nuovo re dello sciame apiario che raggiunge e uccide il vecchio re. Ma questo collegamento ve lo racconterò la prossima volta(e questa volta è arrivata vedi questo articolo: aggiornamento al 07-04-2016).

Dello stesso argomento:

"La cacciatrice Atalanta e la principessa Datmà." "Atalanta e i giochi agonistici, i culti oracolari e le sacerdotesse caste." "La storia della principessa Turandot."

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