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Novembre 2014
TAG: Legge ex Cirielli, bassa affluenza elezioni regionali Calabria ed Emilia e Romagna, Italia del particulare, caso Eternit, numero e poltrone dei politici, giustizia e diritto, prescrizione dei termini, summum jus summa iniuria, Remota iustitia (tolta di mezzo la giustizia) cosa sono gli Stati se non una società di ladroni?
Edmondo Cirielli, eletto nelle fila di "Alleanza nazionale" era
membro della Commissione Giustizia e della Commissione Affari Esteri. In
tale veste
nel
2005 si fece
promotore
della
legge che porterà il suo nome, legge poi sconfessata dallo stesso
a causa delle profonde e non condivise modifiche apportate dal Parlamento.
Per
questo motivo la legge che ha costretto la cassazione a non condannare il miliardario
svizzero per prescrizione dei termini per la causa intentatagli per disastro
ambientale, è oggi
indicata con il nome di ex
Cirielli. La Cassazione ha infatti annullato senza
rinvio, dichiarando prescritto il reato, la sentenza di condanna per il magnate
svizzero
nel
maxiprocesso Eternit. Sono stati annullati anche i risarcimenti per le vittime.
La prescrizione è maturata al termine del primo grado.
E' una vicenda tutta italiana che ha dell'inverosimile, considerato che i morti
da "eternit" sono una tristissima realtà e che il tumore,
causato da amianto, può insorgere anche
dopo molti anni, cioè dopo i termini di
prescrizione previsti per disastro ambientale. Così riporta il quotidiano "La
stampa" riferendo il giudizio di un procuratore generale della Cassazione:
"Secondo il procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello è stato
un errore contestare il reato di disastro perché questo tipo di accusa
non è sostenuto dal diritto. Per spiegare le caratteristiche del reato
di disastro ha fatto l’esempio del crollo di una casa, mentre nel caso
del disastro che causa morti a distanza di decenni (per via della lunghissima
latenza del mesotelioma maligno che si manifesta dopo parecchi anni dalla silente
e subdola contaminazione) non si riesce a prevedere la permanenza. «Anche
se oggi qui si viene a chiedere giustizia, un giudice - ha avvertito il pm
Iacoviello rivolto alla Corte - tra diritto e giustizia deve scegliere il diritto".
Questa espressione non è stata assolutamente gradita da coloro che si
attendevano giustizia e sempre su "La stampa" viene indicata l'opinione
di un vescovo(Alceste Catella):
Ora veniamo a sapere, noi poveri ingenui, che il diritto non ha nulla
a che fare con la giustizia! Ma è davvero ingenuità?(cioè una
svista dei politici, una visione miope dei politici che approvarono quella
legge sui termini di prescrizione, ndr). Se fosse così, "allora
- gli viene da dire - avevano ragione i latini quando sostenevano summum jus
summa
iniuria;
e il
diritto,
dunque, è solamente
un insieme di regole che funziona in maniera autoreferenziale". Inoltre
il vescovo cita il giurista Francesco Carnelutti: "Se si
ammette che il diritto è un mezzo e la giustizia un fine, ne consegue
che non si può fare diritto senza sapere quale sia il fine di quel fare.
Per questo un giurista, il quale non sappia, o non cerchi di sapere, cos’è la
giustizia, è come uno che cammina con gli occhi bendati…".
Sempre Alberto Catella prende a prestito una citazione di Benedetto
XVI che aveva richiamato S. Agostino: "Remota iustitia (tolta di
mezzo la giustizia) cosa sono gli Stati se non una società di ladroni?".
E ancora: «Se poi queste riflessioni non piacciono perché fatte
da cristiani, eccone una di Gustavo Zagrebelsky: “…una volta che
la dimensione della giustizia penetri nella definizione del diritto occorre
che, con questa, la legge positiva faccia debitamente i conti…”».
Se mettiamo insieme questo evento della giustizia italiana che ha di poco preceduto
le elezioni regionali di Emilia e Romagna e di Calabria, a tutte
le inchieste giudiziarie a carico dei consigli regionali di quasi tutte le
regioni d'Italia, a tutti i sistemi burocratici(il famoso scarica barile)che
in definitiva rendono farraginosa la salvaguardia del territorio idrogeologico
italiano, a tutte le inchieste in cui è venuto fuori che il tal
politico ha
preso delle
mazzette o addirittura gli si è pagato a sua insaputa(sentenza giudiziaria
da raccontare ai posteri come fabula esemplare del paese Italia) una buona
parte del prezzo di una casa, alle fabbriche che chiudono, alla disoccupazione
crescente, alle imprese che delocalizzano, viene fuori che anzi gli aventi
diritto che sono andati a votare sono più numerosi del previsto. E già il
fatto che in Calabria ha votato il 44% circa, mentre in Emilia e Romagna il
37% circa
ci dice che sono andati a votare
i fedelissimi, i politicizzati e le loro famiglie e tutti coloro che ne avevano
interesse
o
che hanno dimostrato
gratitudine
per i santi in paradiso che li avevano aiutato a trovare lavoro presso gli
enti locali(vedi un caso di ente inutile in quel di Reggio Calabria).
La gente ha ormai capito che chiunque viene piazzato al comando, non può succedere
nulla di rivoluzionario nel senso buono del termine, perchè già i
problemi seri sono al pettine ed è difficile districarsene. Se si segue
la politica UE l'alternativa è "tampasiare" con pizzichi di
tasse oppure colpire a pugni gli italiani con grosse patrimoniali. Ci sarebbe
la via del
dimezzamento del
numero
dei politici e l'abbattimento di tutti gli enti inutili con le poltrone coperte
dai politici trombati, la via del merito contro la strada fuorviante del nepotismo
e della
raccomandazione(è stata mai fatta una indagine sulla quota di dipendenti
degli enti locali non entrati per concorso pubblico?), del sistema mafioso
dei colletti
bianchi. I politici promettono, promettono, ma poi non mantengono queste promesse
di
tagli,
meno
che mai quelli
della destra(fra
l'altro
autore della legge ex-Cirielli), i quali, quest'ultimi hanno aumentato a dismisura
le spese della pubblica amministrazione
e degli enti locali(vedi
pagina con grafici). Restando nella UE e nell'euro
i politici servono ben poco, perchè saranno sempre chiamati a fare i
compitini. I tedeschi, gli olandesi, i finlandesi o i lussemburghesi(dentro
pelliccia,
fuori spine)
come rappresentanti
della EU daranno i compiti al nostro primo ministro e a tutti gli altri ministri,
costoro a loro volta affideranno i compitini ai governatori delle regioni e
ai sindaci, i quali si rifaranno sui cittadini. Nel momento attuale c'è in
Italia un primo ministro che vuole cambiare tante cose, ma a volte dice cose
che sconfortano tutti i lavoratori italiani come fossero dei reietti rispetto
per esempio ai lavoratori della Germania, non è stato gradito per esempio:
"non esiste più il posto fisso!". Questo ammonimento non lo
deve fare ai lavoratori privati, ma a tutti i politici suoi amici o meno che
hanno messo a carico della
collettività un numero esorbitante di dipendenti dello Stato e degli
enti locali. Pagare lo stipendio a gente che non fa niente non è mai
stato una buona idea, specie quando il fenomeno è accompagnato dal fatto
che dirigenti e funzionari diventano di numero vicini a quello dei sottoposti:
allora meglio privatizzare e mettere sull'avviso i lavoratori che non c'è più
la manna del posto fisso. Infatti la resa dei lavoratori privati è sempre
stata nettamente più alta di quella dei lavoratori dipendenti pubblici,
lo dice pure un
documento della P.A. . Per pagare questo apparato statale le tasse
sono aumentate anche per le imprese e le imprese se ne vanno e delocalizzano
quando è possibile. L'Italia ha il record delle poltrone su
cui siedono politici(si
contano più 400 mila persone che ricevono indennità,
compresi gli eletti nelle "circoscrizioni" e poi ci sono le poltrone
di tanti
enti inutili che sembrano avere sette vite), ha il record delle
auto blu(auto che fra l'altro non sono per la maggior parte auto gruppo Fiat
o Fca), ma tutta questa prosopopea non serve a nulla. Ai politici micio Bavaglino
consiglia di mettersi le giacchette alla Mao per indicare alla gente la strada
del lavoro e della trasformazione interiore.