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M5S in Europa, in prima linea per la #pace
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Fine maggio 2016
La classe politica, in questa vigilia delle elezioni comunali in più di 1300
comuni italiani, mostra la sua vitalità nella rincorsa alle poltrone di seconda
fila. Pino Maniaci, di Telejato, pare che non aspirerebbe a diventare sindaco
o consigliere comunale; meglio puntare, sempre secondo Pino Maniaci, alle poltrone
di Roma, poltrone che secondo la riforma Renzi dovrebbero diminuire in quanto
i senatori che accedono al Senato non saranno più di cento. Un "in bocca al
lupo" per Pino Maniaci: se dovesse uscire indenne dalle inchieste della magistratura,
la sua figura, marketingamente(un nuovo avverbio italo-inglese?!) parlando,
potrebbe essere risollevata e porsi all'attenzione degli elettori.
Ma a quale
partito Pino Maniaci, sempre nel caso di chiusure inchieste a lui favorerevoli,
dovrebbe aggregarsi? Qui sta il punto cruciale. A parte le spinte populistiche
della destra estrema(Lega collegata alla destra francese di Marine Le Pen)
che proclama di osteggiare l'Unione europea (questo modo di fare lo vedo come
l'abbaiare infuriato di molti cani di guardia quando sono protetti dalle sbarre),
il panorama politico italiano non cambia molto.Centro destra, centro sinistra
e sinistra non possono non tenere conto del debito enorme dell'Italia e dei
trattati firmati con la UE. Ma nonostante tutto i partiti politici dichiarano
di avere in serbo una diversità che li distingue da tutti gli altri partiti.
Ma in seno agli stessi partiti ci sono pure le correnti e queste correnti
proclamano di avere una visione particolare della cosa politica.
E' tutto marketing, marketing, marketing. Se stiamo in Europa gli uomini eletti
dovrebbero essere di meno. Il risparmio per la riforma
del Senato è uno specchietto delle allodole e il M5S lo predica e lo reitera.
Se
tutti
i
politici
eletti si comportassero come quelli del M5S ci sarebbe un risparmio di 300
milioni l'anno. Il risparmio aumenterebbe se si riducesse pure il loro numero
a partire dai consigli regionali e comunali. Poi ci sono in Italia molti comuni
con meno di 500 abitanti: non dovrebbero essere accorpati ai comuni più vicini?
In Italia sicuramente diminuiscono le fabbriche, gli operai, ma aumentano notevolmente
coloro che tentano la scalata politica. Il caso eclatante è Torino,
dove c'è
il record dei candidati sindaci, 18, e delle liste a sostegno, 38. Un articolo
su repubblica.it rimarca
il dato e riporta che sono più di
ottomila i candidati per una poltrona in consiglio comunale e/o nelle otto
circoscrizioni. Nel Piemonte, invece, secondo torinotoday.it sono dimimuiti
dal 2008 al 2014 di ben 88mila unità gli occupati.
Queste elezioni comunali saranno indicative per il referendum confermativo
della riforma costituzionale Renzi-Boschi? Il referendum è tutt'altra
cosa e vedrà in campo solo due opposti schieramenti: quello a favore
del si, e quello a favore del no. Il referendum confermativo non prevede per
essere
valido una partecipazione almeno del 50% più un voto degli elettori. Vincerà lo
schieramento che conseguirà anche un solo voto in più dell'altro
schieramento. Le previsioni? Nettamente favorevoli al SI(vedi
polisblog.it).
Già per il si è schierato il nuovo presidente di Confindustria, sono sicuramente favorevoli coloro che bazzicano gli ambienti bancari e gli ambienti culturali(il governo pare punti sulla cultura, sui musei e sulle grandi opere monumentali). Berlusconi è per il no, come la Lega e altri partiti della destra. Per il no il M5S, ma la capacità organizzativa del M5S in caso di referendum è dubbia. Il partito Dem è corroso da dubbi, ma infine prevarrà lo spirito di corpo. Tra i motivi, pare, che secondo i sondaggi, portano al Si c'è il marketing di Renzi, Boschi e tutto l'apparato: stanno cavalcando lo spirito dell'antipolitica e non dimenticano mai di menzionare la diminuzione dei parlamentari. Peccato che se vince il Si, dovremo fare a meno di un "perfetto", ovvero il bicameralismo.
E se vincesse lo schieramento per il No? In questo caso Renzi non potrà passare in pompa magna sotto l'Arco di trionfo, dovrà dire addio all'aereo personale da 175 milioni e tornare a pedalare.