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Luglio 2015
Tag: Armi, vendita di armi, Grecia, Francia, Germania, Merkel, Sarkozy, Karamanlis, Papandreu, ThyssenKrupp, Papademos
Fino al 2009 i rapporti fra Atene e Berlino
andavano a gonfie vele, il governo greco era presieduto da Kostas Karamanlis
(centrodestra), grande amico della Merkel. Gli anni di Karamanlis sono stati
una vera manna per la Germania. Una delle commesse di Atene riguardò 170
panzer Leopard, costati 1,7 miliardi di euro, e 223 cannoni dismessi dalla
Bundeswehr, la Difesa tedesca. Nel 2008 le pazze spese in armamenti facevano
balzare la Grecia al quinto posto nel mondo come nazione importatrice di strumenti
bellici. Karamanlis, verso la fine del suo mandato, fece un ultimo regalo ai
tedeschi, ordinò 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp. Il successore,
George Papandreou, socialista, si è sempre rifiutato di farseli consegnare.
Nell' estate del 2011 il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi
avevano preteso l' acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano
di salvataggio della Grecia. E così il leader di Atene si è dovuto
piegare. Nel marzo 2011 ha ottenuto dalla Germania uno sconto, invece dei 4
sottomarini ne ha acquistati 2 al prezzo di 1,3 miliardi di euro. Ha dovuto
prendere anche 223 carri armati Leopard II per 403 milioni di euro, arricchendo
l' industria tedesca a spese dei poveri greci. Un guadagno immorale, secondo
il leader dei Verdi tedeschi Daniel Cohn-Bendit. Papandreou ha dovuto pagare
pegno anche a Sarkozy. Durante una visita a Parigi nel maggio 2011 ha firmato
un accordo per la fornitura di 6 fregate e 15 elicotteri. Costo: 4 miliardi
di euro. Più motovedette per 400 milioni di euro. Alla fine la Merkel è riuscita
a liberarsi di Papandreou, sostituito dal più docile Papademos. E i
programmi militari ripartono: si progetta di acquisire 60 caccia intercettori.
I budget sono subito lievitati. Per il 2012 la Grecia prevedeva una spesa militare
superiore ai 7 miliardi di euro, il 18,2 per cento in più rispetto al
2011, il tre per cento del Pil. Siccome i pagamenti sono diluiti negli anni,
se la Grecia fallisce, addio soldi. Ma un portavoce della Merkel era sicuro
che il governo Papademos avrebbe rispettato gli impegni.
Quello che è successo dopo lo sapete. La Germania e la Francia con le
loro banche hanno finanziato la Grecia oltre ogni misura prudenziale e il risultato è quello che
sta accadendo oggi.(Fonte: corriere.it)