Le zampate di micio Bavaglino



Le zampate di micio Bavaglino. La questione del latte in polvere per la produzione casearia

La questione del latte in polvere per la produzione casearia

Luglio 2015

Tag: Latte in polvere, Commissione europea, libera circolazione delle merci, produzione casearia, multinazionali alimentari, intolleranza al latte, latte fresco, made in italiano


La Commissione europea ha inviato una lettera di diffida all'Italia minacciando l'apertura di una procedura d'infrazione se il Governo non rivedrà la legge n. 138 dell'11 aprile 1974 che prevede per i produttori italiani il divieto di utilizzo, detenzione e vendita di latte in polvere e latte ricostituito per la produzione di prodotti caseari come formaggio, yogurt e latte alimentare.
La Commissione europea, dunque, vuole imporre la produzione e la vendita di formaggio di bassa qualità che, al posto del latte fresco, utilizzi il latte in polvere.
Questa minaccia è già realtà. Il formaggio prodotto con latte disidratato si trova già nei supermercati italiani, poiché la sua commercializzazione non può di fatto essere vietata, ma può essere vietata solo la sua produzione su suolo italiano: esso, dunque, viene prodotto all'estero. Oggi, per essere sicuro che non si tratti di formaggi di questo tipo, l'unica arma a disposizione del consumatore attento è quella di verificare dall'etichetta che sia prodotto in Italia. Quindi la Commissione europea pesta nel torpido. Chiede una cosa per ottenerne un'altra. Conoscono la lingua inglese, si scrive in una maniera e si legge in un altro modo(il modo di agire doppio degli inglesi).
Con la scusa di favorire il libero commercio, la Commissione europea rischia di favorire la produzione di formaggio meno autentico e di bassa qualità, che invaderebbe i supermercati italiani. La Commissione afferma che la legge italiana costituisce una restrizione alla libera circolazione delle merci, ma i produttori stranieri purtroppo possono già vendere formaggio realizzato con latte disidratato nel nostro Paese. Dove sta la limitazione se già possono accedere al mercato italiano? Non si tratta forse dell'ennesimo attacco al 'Made In' italiano?
Forse, ma potrebbe esserci in questa diffida lo zampino delle multinazionali alimentari. In questo momento, probabilmente c'è una eccedenza di questo prodotto, cioè del latte in polvere. Probabilmente nemmeno come aiuto umanitario lo desiderano gli stati africani poveri. Scienziati americani ed australiani sono arrivati con i loro studi alla conclusione che la gran massa della popolazione adulta non bianca del mondo probabilmente non tollera il latte. Gli scienziati hanno dichiarato che le loro ricerche avevano fatto sorgere seri dubbi sull'opportunità di inviare latte in polvere in Africa e in Asia per nutrire popolazioni sottonutrite. Hanno inoltre detto che - anche se i bambini non bianchi sembrano in grado di digerire il latte - spesso iniziava a svilupparsi una scarsa tolleranza a questo prodotto durante l'adolescenza, per diventare definitiva nell'età adulta(Fonte: http://www.mednat.org/alimentazione/latte_latticini.htm). E c'è dell'altro. C'è attualmente una campagna su internet contro le multinazionali che tentano con i mezzi più subdoli della pubblicità di indurre le donne africane a non nutrire i loro figli al seno con il loro latte, ma bensì con latte in polvere della multinazionale che sarebbe, secondo la pubblità subdola, superiore. Addirittura regalano tante scatole di latte in polvere quante necessitano fino a che il seno materno, non più stimolato, non secerni latte sufficientemente. Le madri poverissime che vengono convinte dalla pubblicità, poi per risparmiare non eseguono alla lettera le indicazioni e i bambini hanno forti problemi e a volte muoiono(Fonte: attivissimo.net)



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