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MUSICA M.I.D.I. MITI RACCONTI POPOLARI E VARIA ATTUALITA'
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Francesco La Grassa:
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L'organaria in Sicilia nel Settecento |
Anche
in Sicilia nel '700 il quadro fonico dell'organo, sotto la
spinta dello sviluppo musicale
e quindi
del gusto del tempo, si allargò, senza compromettere lo
scopo principale dello strumento, che era quello di accompagnare
il canto
sacro.
Furono
pertanto introdotti la cornetta a tre file(XII, XV, XVII), le trombe,
la voce umana ad anima, detta all'uso moderno per
distinguerla dall'antica voce umana ad ancia ancora presente
in qualche organo,
i
contrabbassi e le ottave alla pedaliera e i registri accessori
del tamburo e dell'uccelliera. Nel contempo si aumentò l'ampiezza
fonica e quindi furono aggiunti nuovi tasti alla tastiera principale.
A questa si aggiunse
una seconda tastiera, la quale serviva per l'Eco. Per opera del prete organaro Donato Del Piano(nativo di Napoli) nel 1767 apparve per la prima volta in Sicilia l'organo a piùconsolles per esecuzioni organistiche collettive. Costui, anche insieme al fratello Giuseppe, costruì altri organi; ma quello per cui spese dodici anni di intenso lavoro fu l'organo di S. Nicolò l'Arena di Catania, cui apportò continue modifiche, fino ad aumentare il numero dei registri a 72 e quello delle tastiere a 5 con 54 tasti cadauna; tre delle quali sistemate a gradino al centro dello strumento con la pedaliera e le altre due una al lato destro e una al lato sinistro del gruppo centrale. Per quasi un secolo questo famoso organo costituì una fra le principali attrattive della città etnea: tanto che scrittori e viaggiatori, quali il Brydone, il Goethe, il Rezzonico, il Bigelow e altri riferirono nelle loro lettere di viaggio le impressioni ricevute al suo ascolto. Dalla scuola del Del Piano uscirono il prete Mariano Cinquemani di Palermo e il chierico Antonio Mazzone di Noto. Giovanni Cafici nel suo "Breve cenno storico-artistico dell'organo di Donato Del Piano"(Catania 1843) lo definisce "mirabile nella struttura, complicato nella combinazione delle parti, ma tutto ordinato ed armonioso". Sei spaziosi mantici, lunghi otto palmi e larghi tre e mezzo tramandano un fiato uguale ad ogni sorta di strumento. Tra questi primeggiano le trombe, i corni da caccia dal maestoso clangore, gli allegri clarinetti, il toccante oboe, il flauto dolce, la soave traversa, le voci umane, il flauto boschereccio, il flauto d'amore, il fagotto, il grave contrabbasso, la pastorale zampogna, la brillante cornetta, i contadineschi pifferi: e tutti questi strumenti tipici di bande paesane ben si armonizzano maestosamente con i classici strumenti della banda militare. Un altro organo che nel 700 si rese celebre fu quello dell'abbazia benedettina di San Martino delle Scale di Palermo. Costruito in origine nel 1597 da Raffaele La Valle a una tastiera e 10 registri, esso, dopo varie modifiche venne notevolmente ampliato dall'alcamese Baldassare Di Paola(1719 ca-1797) a partire dal 1770 fino al 1784. L'organo del Di Paola, autore di grandi e magniloquenti ripieni, aveva 72 registri e quattro tastiere. Dal dizionario storico-critico del Bertini(Palermo 1815) ci giunge notizia che in quest'organo vi erano molti strumenti di orchestra bene imitati, l'intera banda militare, l'eco, un armonioso e sonoro ripieno coi contrabbassi a tuono di quaranta(32 piedi). Morto il Di Paola la manutenzione dell'organo di San Martino delle Scale venne affidata al figlio Giovan Battista(1745-1813). Contemporaneo di Baldassare Di Paola fu il palermitano Giacomo Andronico (1742-1792), esponente di spicco di una famiglia che già da fine 600 costruiva organi liturgici in tutta la Sicilia. Fra i numerosi suoi organi, per la verità non molto imponenti, da ricordare quello famoso a due tastiere e pedaliera, più altre due tastiere laterali per il cembalo e l'arpone di S.Anna in Santa Flavia, ora ridotto in condizioni assai malandate e a una sola tastiera. Nel 1791, quando fu terminato, era composto da 23 registri e di 5 mutazioni a tono di palmi 20 con 12 pedali. Andronico si riprometteva di aggiungere anche i registri delle trombe ottave, de' corni da caccia, del corno inglese e del cornetto, ma non potè perchè un anno dopo morì. |