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STORIE E ANEDDOTI DEL CICLISMO SICILIANORicordo del ciclista palermitano Nino Catalano
Antonino Catalano, detto Nino, nacque a Palermo il 3 luglio 1932 e morì a
Villafrati(PA) il 20 aprile 1987.
Verso la fine degli anni 50 nel ciclismo dilettantistico siciliano si misero in luce tre ciclisti della provincia di Palermo: Giuseppe Di Fiore, Pecoraro e Nino Catalano. Tutti e tre frequentavano il negozio di biciclette e articoli sportivi dei F.lli Daricello, in P.zza S.Francesco di Paola a Palermo, gestito da Raffaele Daricello, detto Alfredo e per l'appresso chiamato lo zio Alfredo(colui che scrive è suo nipote). Il padre di Nino Catalano era un venditore ambulante di frutta e verdura e girava e piazzava la merce su una carretta, aiutato anche dal figlio. Nel 1953 Nino Catalano si era già messo in evidenza vincendo la tappa a cronometro del Giro di Puglia e Lucania con partenza da San Severo e arrivo a Foggia per un totale di 30 km. Lo zio Alfredo era in contatto con Costante Girardengo perchè vendeva le sue biciclette, le biciclette Girardengo. Quando scendeva a Palermo Girardengo incontrava lo zio al negozio. Lo zio venne a sapere che Costante Girardengo stava per formare una squadra di ciclismo a livello professionistico e gli segnalò Giuseppe Di Fiore(che aveva militato nella società sportiva Cannatella di Palermo)e Nino Catalano, che militava nel Gruppo sportivo Montegrappa. E nel 1958 nell'organico della Cali Broni-Girardendo-Libertas entrarono Nino Catalano e Giuseppe Di Fiore. Il capitano di questa squadra era Aldo Moser, fratello più grande di 17 anni del più noto Francesco Moser. Lo zio Alfredo era un tifoso appassionato di ciclismo e di Nino Catalano in particolare. Spesso gli forniva gratis i tubolari speciali e altro corredo per ciclista ed una volta anche una bella bicicletta da corsa. Nel suo negozio c'era in evidenza una grande foto che ritraeva lo zio Alfredo insieme a Costante Girardengo quando era venuto al negozio di P.zza S.Francesco diPaola, e nel negozio le foto di Nino Catalano non si contavano. Nel 1958 con la maglia della squadra Allegro, formata quasi interamente da componenti della squadra Cali Broni, Nino Catalano partecipa al Giro della Svizzera. Molto probabilmente Nino non aveva compiti particolari di gregario e si potè esprimere alla meglio. Fu secondo nella quinta tappa e ottenne il primo posto in classifica vestendo la maglia oro. Nella sesta tappa fu pure secondo al traguardo, ma Pasquale Fornara, primo al traguardo gli strappò la maglia oro. Nella classifica finale vinse Pasquale Fornara davanti al tedesco Hans Junkermann e a Nino Catalano. Per queste sue buone prove fu prescelto per la squadra azzurra che partecipava al Tour de France. Anche in quest'occasione Nino si mise in grande evidenza e terminò 19° in classifica generale, terzo degli italiani, dopo il secondo posto di Vito Favero e il quinto di Gastone Nencini, contribuendo a far piazzare la squadra azzurra al 2° posto finale dietro quella belga, mentre nella classifica finale per scalatori fu 6°, secondo degli italiani dopo Gianni Ferlenghi. In quel Tour Nino si mise in evidenza nella 20.ma tappa, una tappa di montagna, la Gap - Briançon. In quella tappa vinse Federico BAHAMONTES in 5h 18' 35", 2° fu Antonino CATALANO a 00' 50", 3° Gastone NENCINI a 02' 02", 4° Jacques ANQUETIL a 03' 51" . Ma Nino Catalano aveva promosso la grande fuga ed era passato primo sul Colle "du Vars". Lo stesso anno Nino Catalano aveva partecipato ad aprile alla corsa a tappe La Vuelta a la Rioja (da non confondere col giro di Spagna) e aveva vinto la 4.ta tappa con arrivo a Logrono. Sempre ad aprile aveva ottenuto la terza posizione finale nel Giro di Sicilia a tappe organizzato dalla Birra Messina. Partecipa pure al Giro d'Italia 1958, sempre con la Calì Broni-Girardengo, dove conquista la 30.ma posizione finale(primo della sua squadra, pur non essendo il capitano), 15° fra gli italiani, prima di F.Coppi(32°) e di Vito Favero(35°), che sarà secondo al Tour, e si piazza tra i primi dieci in 3 tappe. Già nel corso del 1958 Nino Catalano aveva indossato la maglia della Bianchi ed oltre a militare con la squadra svizzera "Allegro" aveva militato anche nella squadra svizzera della Tigra. Nel 1959 Nino Catalano al Giro d'Italia si comporta molto bene, specie nelle tappe a cronometro, vedi l'ordine d'arrivo delle tre tappe a cronometro:
In classifica generale conquistò il 25° posto,
ma non si distinse nelle tappe in linea mentre il capitano della Bianchi Diego
Ronchini conquistò il 3° posto nella classifica generale. Lo zio
Alfredo era convinto
che gli
impegni di squadra , il suo compito di gregario, non gli avessero
consentito di tentare di inserirsi nelle fughe. Nel 1959 Nino si aggiudicò
la quinta tappa, con arrivo a Reggio Calabria, nel Gran Premio Ciclomotoristico.
Nel 1960 sempre con la Bianchi partecipa al Giro d'Italia, ma quell'anno le
soddisfazioni per Nino furono poche. Ottenne il 55° posto in classifica
generale, fu 10° nella settima tappa(semitappa) a cronometro di 5 km.,
che si disputò
a Igea Marina, e sempre 10° nella 13.ma tappa con arrivo in salita a Serra.
Nel 1961 Nino passa nella squadra dell'Atala-Pirelli, partecipa al Giro d'Italia,
ma si ritira. Dal Giro e dal ciclismo professionistico a 29 anni. In quel periodo
molti corridori si ritiravano, anno più, anno meno, intorno a ai 30
anni. Era cominciato il suo declino? Lo zio Alfredo sosteneva che probabilmente
il
gioco,
il sacrificio di corridore destinato, sacrificato a fare il gregario, non valeva
la candela, la continuazione. Certo un declino c'era stato. Nino correva da
tanti anni, da quando aveva 16, 17 anni. Nelle tappe a cronometro già nel
1960 non fu brillante come nel 1959. Allora gli emolumenti dei ciclisti non
erano elevati. I premi ai vincitori delle corse, dei vari traguardi erano più
allettanti. Nino con i primi soldi che guadagnò da professionista comprò al
padre una Piaggio Ape per il suo lavoro di venditore di frutta e verdura. Ogni
anno l'USSI Sicilia assegna, per ricordare il ciclista palermitano, il "Premio
Nino Catalano" a
una persona che in campo sportivo ha lasciato un segno specie in ambito siciliano.
a cura di Salvatore La Grassa
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