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Nel 2005 Cristian La Grassa lascia lo sport agonistico dopo 8 anni di sacrifici
e di rinuncie per l'impegno profuso in una specialità praticata lontano
da casa come il bob, con un pugno di mosche in mano o quasi. Cristian La
Grassa, 30 anni compiuti nell'agosto
2004, aveva iniziato l'attività agonistica appena 13enne con l'atletica
leggera. Si era messo in luce ben presto nella specialità del triplo
partecipando ai campionati europei junior e vincendo tra l'altro un campionato
italiano indoor. Poi nel 1997-98 il salto avventuroso nella specialità nordica
del bob. Aveva scelto il bob come sport di punta per tentare di raggiungere
l'apice nazionale e internazionale di una attività agonistica. E con
Guenther Huber come pilota aveva raggiunto risultati ragguardevoli. Nella
stagione 1999-2000 con Guenther Huber(pilota) era giunto 3. alla finale
di coppa del mondo di Saint Moritz a fine gennaio , poi 5. ai mondiali
di Altenberg(Germania)a
metà febbraio e 4. ai GoodWill Games di Lake Placid(USA). Purtroppo
Guenther Huber ha chiuso la carriera con l'olimpiade di Salte Lake, forse
non stimolato dalla federazione, e Cristian non ha trovato altri discesisti
piloti in grado di fargli raggiungere risultati di grande prestigio. La
federazione non sembra abbia fatto molto per rendere più agguerrita
la squadra da un punto visto tecnico, cioè con il rinnovo dei bob.
Fra l'altro, è risaputo,
che Guenther Huber gareggiava con un suo bob(a 2)di fabbricazione svizzera
e proprio con quel bob ottenne il suo ultimo podio in coppa del mondo nel
2000 a Saint Moritz proprio con Cristian come frenatore. Giovani bravi
discesisti nella squadra azzurra di bob sicuramente ce ne sono, ma non
basta il coraggio
e il talento, servono anche dei buoni bob per competere ad armi pari. Cristian
ha capito, ha intuito che manco per l'olimpiade di Torino la federazione
vuole fornire, o forse non può fornire, la squadra di bob di nuovi
mezzi. Cristian, trentenne da agosto 2004, non credeva più che la squadra
azzurra di bob potesse raggiungere allori alle olimpiadi di Torino,
e sfiduciato ha
lasciato l'attività agonistica e non si allena più. La sensazione
sua è pure quella dei manager Fiat, che hanno preferito sponsorizzare
la squadra giamaicana di bob piuttosto che quella italiana. Cristian La
Grassa aveva già perso la speranza di essere assunto da un corpo delle
forze armate per la sua età. L'ultima speranza era quella di essere
ammesso alle Fiamme Oro della Polizia, ma purtroppo il concorso è stato
indetto dopo che Cristian ha superato il limite di età(30 anni). Qualche
anno fà per una lieve forma di progenismo(mento pronunciato) Cristian è stato
scartato a un concorso per atleti indetto dalle Fiamme Gialle. Ora è in
cerca di lavoro. Per il suo passato sportivo non gli resta che associarsi
all'Associazione nazionale Atleti Azzurri d'Italia e chiedere insieme con
gran voce che gli anni offerti allo sport(dilettantistico)e alla nazionale
italiana siano conteggiati ai fini previdenziali.Dall'esperienza di Cristian
La Grassa, che è identica a quella di altri atleti azzurri, viene un
ammonimento per i giovani che praticano lo sport, lo sport ai vertici internazionali.
La pratica dello sport verticistico, una pratica che richiede quasi una
dedizione assoluta dell'atleta, non può non essere accompagnata da
un programma ben articolato di ingresso dell'atleta nel mondo del lavoro,
nel mondo vero
del lavoro(non certo negli stage). Fino ad ieri i gruppi sportivi delle
forze armate e della polizia hanno sopperito alla mancanza di questo programma
facendo
entrare in forza, non si sa bene con quali criteri(criteri, comunque, che
per Cristian La Grassa sono stati molto rigidi) , atleti di un certo spessore
atletico. Oggi questi stessi gruppi sportivi hanno un esubero di atleti.
Tanto che ora gli atleti in forza ai gruppi sportivi devono dimostrare
antro un
certo tempo la prova di efficienza atletica per rimanere nel gruppo sportivo
stesso. Molto probabilmente dopo il no delle Fiamme Gialle sarebbe stato
più giusto
che Cristian lasciasse il bob: è stata la voglia e la possibilità di
partecipare ad un'olimpiade a spingerlo con grande entusiamo a indossare
i colori azzurri a Salt Lake City.
La delusione per la mancata convocazione al gruppo sportivo delle Fiamme
Oro e il disinteresse della FISI nei confronti del settore bob lo hanno definitivamente
convinto ad abbandonare per cercare altrove di crearsi un avvenire, un futuro.
Nello sport italiano, pratica sportiva ai vertici e avvenire assicurato, non
sempre sono un binomio coincidente. Servono numerose concause, fra cui, prima
la fortuna. Comunque, ormai, le sorti dello sport italiano dilettantistico
sono affidati agli atleti dei gruppi sportivi militari che mietono sempre
più allori nelle manifestazioni internazionali di valore, vedi olimpiadi
e campionati del mondo. Non potrebbe essere altrimenti. Oggi la pratica sportiva
verticistica, ripeto, richiede quasi una dedizione assoluta allo sport, ed è giusto
che solo atleti che hanno assicurato un minimo di avvenire pratichino sport
verticistico. Non a caso da trent'anni e più a questa parte una manifestazione
internazionale come le "universiadi" sia decaduta a una manifestazione
di rango secondario.
Sopra tre caschi ricordo dell'attività sportiva nel bobsleigh di Cristian La Grassa. Il ricordo di questa attività alpina attraverso i caschi non è casuale. Infatti questi caschi sono caschi che per sicurezza si possono paragonare ai caschi dei piloti automobilistici di Formula Uno. Il bobsleigh è uno sport abbastanza rischioso, certo non come la discesa sullo slittino e la discesa con gli sci, ma incidenti mortali ce ne sono stati nel passato, probabilmente a causa della scadente sicurezza del mezzo tecnico e dell'equipaggiamento degli atleti. Nel 1966 ai mondiali che si svolgevano a Cortina d'Ampezzo, l'uscita di pista del bob Germania II, causò la morte del pilota tedesco Toni Pesenberger. L'anno seguente Leopoldo Gaspari (Cortina d'Ampezzo, 29 luglio 1939 – Breuil-Cervinia, 20 gennaio 1967) fu vittima di un incidente mortale durante una discesa di prova nel bob a due a Cervinia. La sua slitta uscì dal tracciato e l'atleta morì all'età di 27 anni. Anche Cristian La Grassa nella sua attività è incorso in qualche incidente, un paio in allenamento, uno in gara. Quelli occorsigli in allenamento non li ha nemmeno fatti conoscere ai genitori. Sabato 14 dicembre 2002 a Cortina nella prima manche di Coppa del mondo il bob a 2 azzurro, guidato da Fabrizio Tosini e con Cristian La Grassa come frenatore, si ribaltò a 100m. circa dal traguardo quando al quarto intertempo faceva segnare la quarta posizione. Proseguendo rovesciato fino alla linea di arrivo il bob azzurro giungeva 14.mo. Diciamo subito che sia Fabrizio Tosini sia Cristian La Grassa rimasero illesi. Probabilmente grazie al casco protettivo. Il casco di Cristian, dopo l'incidente presentava una ben visibile lesione. Qualcuno glielo chiese come souvenir apotropaico. Colui che scrive non lo avrebbe mai dato ad alcuno e lo avrebbe tenuto come sacro ricordo.
LEGEND from competition bobsleigh
*: Pilot
IM: Intertempo
Run: Tempo di manche o serie
PR: Push Record
TR: Track Record
DNS: Did Not Start
DNF: Did Not Finish
PD: Pending Disqualification
DSQ: Disqualified
Nat: Nazione
Speed: Velocità
Cristian La Grassa dopo la stagione sportiva
Cristian La Grassa abbandona nel 2005 lo sport invernale del bob
Classifica prova di bob a due alle Olimpiadi di Salte Lake City 2002
Classifica prova di bob a due ai Campionati mondiali del 2000 svoltisi al Altenberg
Classifica prova di bob a due nella Coppa del Mondo di Saint Morits