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Camillo Berardi è un appassionato di musica e vive a L'Aquila. Nella vita di ogni giorno è ingegnere, nel tempo libero scrive musica, in specie musica per canzoni di tono popolare in dialetto abruzzese e anche di tema religioso. Abbiamo il piacere di presentare alcuni brani di questo autore. Per l'occasione presentiamo la sua ultima composizione pubblicata sul web: un canto aquilano "Ma che è stu scontentu" con versi di Maria Luisa Frasca. Questo canto è risultato vincitore nel Concorso Vernaprile 2006 organizzato dalla “SMS Fratellanza Artigiana di Teramo”
.Il componimento “Notte abruzzese”, che ha anche il titolo “Li cante de Sirene”, ha vinto il Primo Premio assoluto al 18° Festival Regionale “Canti per l’Abruzzo” organizzato dalla Pro Loco e dal Gruppo Corale di Tornimparte (AQ). I versi sono opera di Lucio Cancellieri, la musica è opera di Camillo Berardi.
In una culla ammaliante di sogni vibranti, il canto armonioso delle Sirene tinge la notte d’incanto.
Testo del canto: NOTTE ABRUZZESE
Quande la luna sfiore
l’argente su la spiagge
o core statte attente
a vote po’ ‘nfiamma’,
dôce notte abruzzese
se ‘na mane pu’ da’
dalle sole a ‘stu core
che se vo’ ‘nnamura’.
Rit.
‘Na barca a vele
‘mezz’a lu mare và
porte ddu’ core amante
che stritte sta’ a sugna’,
su li culline
la luna sta a curiusa’,
‘mezz’a lu cile stellate
esse l’ucchjtte je fa.
Li lucenacappelle
nghi danze ‘nnamurate
se pose llà lu core
l’allume pe’ vascia’,
li grille cantirine
nze stracche de canta’,
li cante de sirene
la notte fa ‘ncanta’.
Rit.
‘Na barca a vele
‘mezz’a lu mare và
porte ddu’ core amante
che stritte sta’ a sugna’,
su li culline
la luna sta a curiusa’,
‘mezz’a lu cile stellate
esse l’ucchjtte je fa.
L'associazione fra sirene e acque è molto antica, anche se generalmente negativa. Il canto delle sirene ammaliava e gli uomini perdevano il lume del cervello pur di ascoltarle e seguirle, fino a trovare la morte per le insidie del mare. Ma l'omerico Odisseo volle ascoltare il loro canto e seguì i consigli della maga Circe per non pentirsene poi. La fontana del quadro sovrastante fu chiamata pure Eufrosina, perché secondo la tradizione il Gagini, nel XVI secolo, scolpì la sirena della fontana secondo le sembianze di Eufrosia Siracusa Valdaura(...deceduta o meglio uccisa a Roma nel 1585), una nobildonna siciliana di cui si era innamorato il Vicerè di Sicilia Marcantonio II Colonna. Fu proprio costui a ordinare di costruire la fontana a Vincenzo Gagini. L'amore ricambiato tra il Vicerè e la nobildonna siciliana, entrambi già coniugati, ha acceso la fantasia del popolo e di vari scrittori e pittori, fra cui Luigi Natoli che a questo proposito scrisse il romanzo La dama tragica. Molto probabilmente la storia di Eufrosia ha pure commosso il musicista Camillo Berardi. E' stato infatti il Berardi a mandarmi una immagine della fontana, tratta da qualche pittura della prima metà del XIX secolo. Sulla vicenda amorosa e tragica della nobildonna siciliana si può leggere un buon articolo su balarm.it.
La fontana, ultimata probabilmente nell'ultima decade del XVI secolo, fu edificata presso l'odierna Piazza Marina di Palermo, ma poi nel 1820 fu spostata nell'odierna Piazza Indipendenza. Venne distrutta durente i moti rivoluzionari del 1848. Vedi tag sirene su questo sito.
Notte abbruzzese, Li cante de Sirene
Ma che è stu scontento(Canto aquilano)
‘Na jura d’amore - Una scintilla d’amore(Canto aquilano)
Canto per l'anniversario della strage di Nassiriya
Me tengo recorda’ che sci’ renata!