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(fonte Conflitti e strategie)
Questo è uno dei primi articoli del Prof. Gianfranco La Grassa, economista e saggista, che viene ospitato in questo sito. Gianfranco La Grassa è professore emerito di politica economica alle università di Pisa e Venezia(quì una sua breve biografia con le ultime sue pubblicazioni). Ha scritto decine di saggi pubblicati con le più importanti case editrici italiane, da Editori riuniti a Feltrinelli, e parecchi suoi studi hanno avuto traduzioni in varie lingue.
Per fare conoscere il pensiero di Gianfranco La Grassa viene pubblicato in altre pagine una introduzione che scrisse qualche anno addietro il compianto Costanzo Preve.Circa quattro anni fa scrissi che il fine di Berlusconi era ormai quello
di arrivare ad un partito tra il 10 e il 15%, composto dai più stupidi
e “total-ignoranti” del centro-destra, quelli che rappresentano
il contraltare antitetico-polare dei “semicolti di sinistra”,
con cui stanno affondando questo paese, politicamente e socialmente non
meno che culturalmente. Tra il 2003 e il 2009, il “nano” – sarà stato
sicuramente per i suoi interessi personali, e chissenefrega! – ha
svolto un minimo di opposizione rispetto ai servi verminosi del post-piciismo,
portati vicino alla costituzione di un regime semicoloniale succube degli
Usa tramite la vergognosa operazione di sedicente giustizia detta “mani
pulite”, sporcatesi invece con gli Stati Uniti (e il “pentito” Buscetta).
Di fronte alla nuova strategia americana contrassegnata finora dal nome
di Obama (l’“umile ed onesto”), che non opera più tramite
azioni aggressive dirette ma sempre invece utilizzando sicari ben disposti,
il “nano” optò infine per il cedimento (“o non
caschi o caschi in piedi”, la frase obamiana del 2010). Tuttavia,
non credo per intelligenza propria ma ben guidato da oltreoceano, egli
operò sempre con un misto di effettivo cedimento e di appoggio
ai “sinistri” con la copertura – soprattutto alle politiche
e adesso alle regionali per non scendere sotto la quota minima della percentuale
di voti appena sopra indicata – di una opposizione tutta verbale,
di facciata, solo “urlata” ma abbastanza a vanvera.
In modo particolare dal 2011, non c’è stato atto di politica
estera (ad esempio l’infame “tradimento” perpetrato
ai danni di Gheddafi) o interna (tutta la pantomina condotta da Napolitano
attraverso Monti e Letta per arrivare infine a Renzi), in cui il “nano” non
sia stato complice perfettamente consenziente e consapevole, ma sempre
pronto ad agire con la “doppia faccia” e la “lingua
biforcuta” per meglio condurre la sua infame attività. Malgrado
colpi di coda giustizialisti, ben più apparenti che reali, egli è riuscito
a salvare il salvabile; soprattutto dei suoi interessi industriali. Il
patto del Nazareno è stato il punto saliente dell’azione
condotta dall’ignobile personaggio. Oggi, in vista delle regionali
e come già alle politiche, i berluscones alzano la voce, criticando
a spron battuto Renzi; ricordando però soprattutto la pressione
fiscale in aumento, problema non certo indifferente, ma nella sostanza
ignorato pure dai loro governi. D’altra parte, la malafede – e
lungi da me voler difendere quell’altro…..[censura] di Renzi – si
dimostra pensando al certo buon senso manifestato dal centro-destra, e
pure da Berlusconi in persona, in merito alle sanzioni alla Russia per
la questione ucraina, politica che danneggia i nostri interessi; nel mentre
poi questi mentecatti si scatenano contro il premier perché non
appoggia il Papa che ulula contro l’eccidio armeno (“leggermente
più antico” dei fatti ucraini). Sarà magari giusto
l’atteggiamento del Papa (che si scorda però un bel po’ di
altri eccidi, anche recenti!); ma il governo italiano, appoggiandolo,
danneggerebbe sicuramente i nostri rapporti con la Turchia, partner commerciale
non proprio marginale.
Tuttavia, particolarmente infame, e in carattere con la politica degli
ultimi quattro anni, è stato il ricatto alla Lega per costringerla
ad un accordo alle regionali. Minaccia di relazionarsi con Tosi in Veneto,
facendo sicuramente perdere la Lega, per ottenere un suo appoggio elettorale
in altre regioni. Credo si possa scusare politicamente la Lega, dato ormai
il livello miserabile a cui è arrivata la politica in Italia senza
la benché minima prospettiva di un’alternativa alla cloaca
attuale. Tuttavia, anche se ciò significherà magari un periodo
di renzismo che ci condurrà allo sfacelo, ritengo del tutto necessario
passare per l’annientamento di Berlusconi e del suo merdoso partito.
Non ho alcuna simpatia per un Fitto – che del resto si allea con
i “governativi” del Ncd alfaniano – ma non m’interessa;
se però servissero ad annientare i berluscones, ben vengano cento
Fitto.
Non c’è consapevolezza che oggi non può nascere alcuna
reale opposizione al renzismo se non viene eliminato questo meschino “nano”;
adesso, sì, da odiare a tutto tondo e non per le sue ridicole pretese
sessuali da semplice pervertito senile. E’ Berlusconi il più pericoloso
(ed efficace) complice del premier, proprio perché è il
più subdolo e in grado di controllare quel “gruzzoletto” di
voti, che non lo rende più pericoloso per ingrippare ancora le
manovre statunitensi come accadde vent’anni fa; ma è invece
sufficiente a operare ricatti (come quello contro la Lega, forse intenzionata
ad imitare la politica estera più autonoma di un Front National
in Francia) e a portare sostanziale appoggio a quelli che non sono nemmeno
più post-piciisti, bensì autentici rappresentanti “coloniali” (termine
usato certo impropriamente ma per dare l’idea di un servilismo comunque
completo “senza ma e senza se”) degli Stati Uniti.
Bisogna che Berlusconi venga distrutto. Ho detto che si capisce l’accordo
accettato, spero obtorto collo, da Salvini. Tuttavia, è pur sempre
il sintomo di povertà politica, di mancanza di reale spessore e
capacità di visione della situazione interna e internazionale complessiva.
Anche la Lega è al massimo un fenomeno di transizione. E del resto
nemmeno illudiamoci eccessivamente per il FN francese; meglio di quanto
esiste nel “pauvre pays”, ma non credo ancora sufficiente.
La Russia ha bisogno di ben altri partner europei; e proprio in paesi
come Germania, Francia e Italia. Potremmo divenire un paese di una certa
rilevanza, un “punto di snodo”.
Si deve però lavorare tanto e a lungo. Mi sembra di capire che
la Lega patrocini una serie di associazioni tra regioni (anche del sud)
e la Russia. Potrebbe essere un primo passo; ma occorre perseveranza e
visione strategica, non banalmente tatticistica, legata magari a soli
settori piccolo-medio imprenditoriali che hanno una visione assai ristretta;
com’è logico, non attribuiamo eccessive colpe a chi, in una
situazione di crisi, deve barcamenarsi alla bell’e meglio. Tuttavia,
per una reale politica da paese sovrano occorrono allora settori politici
e anche culturali (non in mano ai mascalzoni semicolti) che facciano da
battistrada. E gli accordi con il Berlusconi vanno scordati; anzi addosso a questo vile complice ā subdolo, viscido e con il viso coperto del āPulcinellaā ā per andare ad una nuova fase prima della ācatastrofeā, che ci procureranno gli Usa con il servo Renzi. Addosso ai servi ed un lavoro in comune con chi intende perseverare sulla strada dellāindipendenza e autonomia nazionale.
Introduzione al pensiero marxista di Gianfranco La Grassa secondo Costanzo Preve