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MUSICA M.I.D.I. MITI RACCONTI POPOLARI E VARIA ATTUALITA'
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TEATRO MASSIMO DI PALERMO: LA STAGIONE DI OPERE E BALLETTI 2014Opera folk "Švanda dudák" di Jaromir Weinberger L'opera Švanda dudák (in
ceco), Švanda
the Bagpiper (in inglese), Schwanda the Bagpiper( in tedesco), fu rappresentata
per la prima volta a Praga
al Czech National Opera il 27 Aprile 1927.
Svanda, il miglior suonatore di cornamusa nella regione, vive con la moglie Dorotka in grande felicità. Un giorno, però, il rapinatore Babinsky, inseguito da guardie forestali, si presenta alla loro casa e riceve un caloroso benvenuto. Dorotka si assenta momentaneamente e Svanda sente delle storie da Babinsky che parlano di altri paesi con grande enfasi e di grandi ricchezze che possono essere conseguite. Per questo Svanda accetta di andare con lui a visitare una triste regina, resa malinconica da un incantesimo di un mago malvagio. Dorotka nel rientrare a casa non trova nè il marito, nè Babinsky, ma solo un polsino liso: è la firma di Babinsky, egli lascia sempre questo oggetto dopo ogni furto o rapina. Svanda e Babinsky arrivano ben presto nel palazzo della Regina e Svanda riesce ove finora alcuno era riuscito. Suonando la cornamusa riesce a far sorridere la regina, mentre tutti i cortigiani si mettono a danzare. Lei è così contenta che propone a Svanda di sposarla. Svanda, dimenticando momentaneamente Dorotka, è d'accordo. I due si sono appena scambiati un bacio quando sopraggiunge Dorotka e Svanda allora fa marcia indietro. Irritata dall’improvvisa riluttanza di Svanda a celebrare le nozze, la regina lo condanna a morte, ma l’intervento di Babinsky strappa fortunosamente il giovane al suo destino; egli restituisce a Svanda la cornamusa con la quale il pifferaio riesce a svignarsela. Di fronte ai rimproveri di Dorotka, Svanda giura («Mi portasse il diavolo se mento!») di non aver baciato la regina; nello stesso istante una voragine si apre ai suoi piedi, facendolo sprofondare all’inferno. All'inferno il diavolo vorrebbe che Svanda suonasse un pezzo, ma Svanda è triste per la lontananza di Dorotka, che crede perduta. Il diavolo gli propone un contratto: potrà riabbracciare Dorotka firmando quel contratto. Svanda lo firma senza leggerlo e così facendo gli vende la sua anima ed è costretto a suonare all'inferno per i diavoli. Lo salva Babinsky, che è un gran giocatore di carte e un grande baro. Babinsky sfida il diavolo in una partita a carte con in palio l'anima di Svanda e con l'imbroglio riesce a superarlo. Finalmente Svanda può tornare a casa, non senza aver concesso ai poveri diavoli, annoiatissimi, il piacere inconsueto di una suonatina. Babinsky - che vuole Dorotka per sé - dice a Svanda che nella sua lunga assenza sua moglie è diventata una vecchia. Ma Svanda l'accetta anche così. Infine i coniugi sono finalmente riuniti. La storia ha qualcosa che l'accomuna alla storia di Tamino de "Il flauto magico" di Mozart, storia che a sua volta si rifaceva al mito di Orfeo. Mentre nell'opera di Mozart sono presenti dei rituali di tipo pagano ed è parte importante la vicenda parallela di Papageno e Papagena, nell'opera popolare in due atti di Miloš Kareš musicata da Jaromir Weinberger(1896-1967) c'è il personaggio ambiguo del ladro Babinsky, che rappresenta il lato avventuriero e malandrino dell'uomo. Egli dopo ogni furto lascia un polsino liso, probabilmente simbolo della vita modesta del travet, dell'impiegato e anche del pianista costretto a lavorare per pochi soldi: al ladro, all'avventuriero non si addice per davvero un polsino liso. Babinsky da una parte è un amico che cerca di trascinare Svanda per la sua stessa china, ma d'altro canto gli piacerebbe sedurre la moglie, Dorotka. E' un giocatore di carte raffinato, specializzato nel baro del gioco stesso. E' il tipo che fa luccicare gli occhi a coloro cui racconta le sue balle. Svanda lo segue e sta per diventare bigamo. Svanda perde momentaneamente la donna amata mentendole. La ritrova grazie a Babinsky, ma soprattutto grazie alla sua perseveranza in amore, cioè quando accetta anche il volto non più giovane della donna amata. In questo caso somiglia a Papageno che accetta per moglie una donna non più giovane. Svanda ripete con la cornamusa il gesto musicale incantatore di Orfeo, di Tamino(col flauto)e di Papageno(col carillon), e la sua musica fa sorridere una regina triste e invoglia alla danza la sua corte e verso il finale coinvolge in una danza frenetica i diavoli. Il nome del ladro Babinsky probabilmente si deve ascrivere alla popolarità di un omonimo "capo" criminale ceco, autore di delitti, rapine e stupri a metà del XIX secolo , esattamente Vaclav Babinsky(1796-1879). In alcune regioni molto depresse economicamente, dove gran parte della popolazione vive di stenti, spesso taluni criminali, coloro che hanno tentato di cambiare il loro destino anche andando contro la legge, vengono avvolti nella leggenda. Polka e fuga da Svanda dudak-File midiby Robert C. Goodyear Nadia Catania canta un'aria della regina triste di "Švanda dudák"
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