Prima rappresentazione:
Parigi, Opéra-Comique, 11 febbraio 1840
Dal 17 al 24 settembre al Teatro Massimo di Palermo “La
Fille du régiment” di Gaetano Donizetti nello storico
allestimento firmato nel 1959 da Franco Zeffirelli per il
Teatro Massimo e la regia di Filippo Crivelli. Allestimento ispirato
alle stampe di soggetto militare realizzate ad Épinal in epoca napoleonica.
Maria
è la "figlia del reggimento", nel senso che è stata
adottata dal reggimento, l'undicesimo reggimento, che fu comandato un tempo
dal padre di lei che ne
era il capitano. Proprio il nome del reggimento, "undicesimo",
introduce al significato che ha voluto dare all'opera il traduttore della
versione italiana,
Callisto Bassi: una versione che sicuramente ha una diversa sensibilità
socio-politica, che sicuramente Gaetano Donizzetti approvò.
L'undicesimo mese è il mese di Termidoro, nel
calendario rivoluzionario francese,
secondo dell’estate, mese che nel
calendario gregoriano corrisponde al periodo dal 19 luglio (con il 1800,
il 20) al
17 (poi 18)
agosto. Il nome "termidoro" è diventato celebre per via
del 9 termidoro anno II, data in cui avvenne il colpo di stato che pose
fine al
periodo del Terrore di Robespierre (il 27 luglio 1794 secondo il calendario
gregoriano). Tale evento, che culminò con il ghigliottinamento di
Robespierre il giorno seguente, è noto anche tout court come "Termidoro".
Per estensione il nome di Termidoro indicò il successivo periodo
rivoluzionario, detto anche termidoriano, caratterizzato dall’eliminazione
dell’estrema
sinistra, dalla resistenza ai tentativi di ripresa realista, dall’inaugurazione
di una linea di governo moderato, con politica economica liberista. Nella
versione francese dei librettisti Jean-François-Alfred Bayard
e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges il nome del reggimento è il
XXI e la regione in cui si svolge l'azione dell'opera è il Tirolo:
i librettisti francesi esaltano l'esercito francese che si impone in territorio
austriaco. Nella versione francese i valori della rivoluzione francese
sono impliciti. Invece
nella versione italiana questi valori sono circonstanziati e la
Svizzera è la regione in cui si svolge l'azione dell'opera.
Comunque
in
ambedue
le versioni
si respira
aria di cambiamento dei costumi. E il cambiamento avverrà soprattutto
nella figura della marchesa di Berckenfield. Questa marchesa in gioventù si è
unita in un matrimonio segreto col capitano Robert. Da questo matrimonio
la marchesa
ha avuto una figlia, Marie. Ma per la guerra la marchesa è scappata
lasciando la figlia al padre. Quest'ultimo muore sul campo di battaglia
e la lascia
al
sergente Sulpicio. Poichè quest'ultimo non è sposato Marie è adottata
da tutto il reggimento. La ragazza cresce acquisendo una cultura e atteggiamenti
da soldatessa ed è interessata ai rumori da caserma, allo strepito
dei tamburi, alle marce militari più che al canto delle romanze
d'amore, alla danza ordinata del minuetto. Nel momento in cui inizia
il racconto
Marie
fa la
vivandiera
del 21.mo reggimento francese(11.mo nella versione italiana). La marchesa
di Berckenfield, in viaggio, osserva in un paese di montagna da lontano
giungere i nemici
francesi. Al villaggio giunge il sergente Sulpice
del reggimento
francese.
Marie
rivela
a Sulpice di essere innamorata di Tonio, un giovane del luogo; i
soldati francesi portano con sé proprio Tonio prigioniero perchè sospettato
di essere una spia. Viene liberato da Marie che afferma che il ragazzo
le ha salvato la vita. Intanto
la marchesa,
accompagnata
dal fido Hortensius, si avvicina a Sulpice per chiedergli di poter tornare
al suo castello. Sulpice, discorrendo con la marchesa viene a sapere
che è la zia di Marie in quanto la sorella fu la moglie del defunto
capitano Robert, padre di Marie(la stessa marchesa gli fa credere che la
sorella e non lei stessa è stata sposa del capitano). Tonio,
nel
frattempo
si è arruolato
nell'esercito per poter avvicinare Marie (Ah, mes amis, quel jour de fete!/
Amici miei, che lieto giorno: la susseguente cabaletta, Pour mon âme/
Qual destin è la famosa aria "dei nove do di petto".
Marie, però, deve
seguire la zia marchesa e quindi lascia il reggimento. Nel castello della
marchesa, Marie è destinata, suo malgrado, in moglie al figlio della
duchessa di Krakenthorp. Tuttavia Marie ha malinconia del reggimento. Invece
di imparare il ballo del minuetto e di cantare arie sentimentali accompagnata
dal clavicembalo continua a cantare inni militari. Questi sono i momenti
in cui la vicenda si fa comica per l'incomprensione di tipo culturale
tra la marchesa e Marie. Marie si ribella e si unisce di nuovo a
Sulpice,
ferito
e
ospitato nel castello, e rievoca i bei momenti in cui era al reggimento
e quando ha conosciuto Tonio, che sente cantare da fuori del castello:
Tonio
è ritornato, ma con il grado di capitano, grado guadagnato per imprese
valorose sul campo di battaglia. I due si riuniscono e la marchesa, pur
avendo promesso in sposa la figlia ad
un
altro, in un primo momento scaccia Tonio ("et je vous prie de quitter
ces lieux à l’instant même" - gli dice la marchesa),
ma poi acconsente
a farle sposare Tonio, pur di vederla felice e canta(nella versione
italiana): "Sacrificar non voglio un cor sì bello. In me
taccia l’orgoglio, e quel ch’ella sceglieva, amante onesto,
alfin ottenga". |